Che differenza c’è tra intolleranze ed allergie alimentari? Come si manifestano? Quante persone ne soffrono? Tutti ne parlano, ma pochi conoscono veramente il tema, così prevale il caos. Abbiamo chiesto al nutrizionista di Vitalia, Ettore Pelosi, di aiutarci a capire il problema.

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Di intolleranze ed allergie alimentari si sente parlare tanto e sempre più spesso. Ormai queste due parole sono entrate nel vocabolario comune se non giornaliero della maggior parte di noi: il passa parola, poi, aiuta ad aumentare il caos perché ognuno dice la sua, ha sempre un consiglio o una soluzione originale e, poiché nessuno sa davvero di cosa si stia parlando, la confusione regna sovrana… Così accade che non ci sia praticamente persona che almeno una volta non si sia posta il problema e non abbia provato ad eliminare un alimento piuttosto che un gruppo di alimenti dalla sua tavola ritenendoli responsabili di un peggioramento della propria salute.

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D’altra parte è verissimo che le intolleranze e le allergie alimentari rappresentano un problema di grande rilevanza che coinvolge una porzione ampia della popolazione e questo giustifica la grande attenzione che stanno ricevendo e il gran parlare che se ne sente fare. Un po’ meno giustificate alcune soluzioni fai da te, spesso piuttosto estreme: per supposte intolleranze, parecchie persone cominciano con l’escludere un alimento e poi giù giù in una reazione a catena che finisce col ridurle a mangiare pochissime cose …naturalmente senza alcun beneficio!

Certo, il tema è complesso, e orientarsi per la maggior parte delle persone, ma anche per il professionista, è piuttosto difficile. Abbiamo provato a fare un po’ di chiarezza con poche semplici battute.

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Che cosa si intende per intolleranza e cosa per allergia? Qual è la differenza?
L’allergia alimentare è una reazione immuno-mediata che si determina nel momento in cui l’alimento viene ingerito. Viceversa, si parla di intolleranza alimentare quando la reazione non è provocata dal sistema immunitario.

Quante persone ne soffrono?
Le intolleranze sono più comuni delle allergie. A livello europeo si stima una prevalenza di reazioni avverse al cibo del 7,5% nei bambini e del 2% negli adulti; negli Stati Uniti si stimano un 8% di reazioni avverse al cibo nei bambini sotto i sei anni, con reazioni allergiche tra il 2 e 4%; la prevalenza negli adulti è stimata invece tra 1 e 2%.

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Quali sono le intolleranze e le allergie più comuni?
Le allergie più comuni sono quella alle proteine del latte vaccino (tipica dei bambini) e quella ai differenti tipi di noci (frequente per adulti e bambini). Tra le altre sono compresi alimenti come il pesce, i crostacei, l’uovo, i semi oleaginosi (come il sesamo, il girasole, il papavero), la senape, ecc., ma anche additivi alimentari e solfiti. Per quanto riguarda le intolleranze, al momento la medicina convenzionale ne ha accertati due soli tipi: quella al lattosio e quella al glutine (celiachia).

Quali sono i sintomi di intolleranza ed allergia?
La reazione allergica ad un alimento può presentarsi con sintomi molto differenti che coinvolgono alcuni organi/apparati come quello respiratorio (naso che cola / naso congestionato, tosse, starnuti, respiro affannoso), cutaneo (gonfiore di labbra, bocca, lingua, faccia, gola, rossore e prurito cutaneo, orticaria, eczema), gastroenterico (gonfiore, meteorismo, crampi, coliche, diarrea, nausea e vomito), oppure, nel peggiore e più eclatante dei casi, con lo shock anafilattico. L’intolleranza può provocare sintomi simili ad alcuni di quelli elencati: in particolare la nausea, il gonfiore, le coliche, la diarrea, le reazioni cutanee o dell’apparato respiratorio, ecc. ecc.

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Quali sono i test diagnostici?
Purtroppo, mancano procedure diagnostiche idonee e sono pochi i test che hanno una validazione scientifica. Per la celiachia è possibile testare la presenza di alcuni anticorpi, valutare l’HLA e fare la biopsia duodenale; per il lattosio c’è il breath test. Si possono utilizzare test di eliminazione, che prevedono di togliere dalla dieta un alimento per un periodo che di solito è di due settimane; poi se scompaiono i sintomi, si provvede alla sua successiva reintroduzione. Ci sono inoltre i test cutanei per valutare le allergie (prick test – per i quali si iniettano allergeni sotto-cute) e i RAST test (per i quali si usa il sangue del paziente).

In una realtà così complessa e, verosimilmente, in espansione, sicuramente sarà sempre più utile imparare a muoversi, prevenendo quando possibile con diete appropriate o, in caso di accertata intolleranza / allergia, imparando a scegliere molto accuratamente!

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