Vitalia e il ciclismo hanno sempre pedalato insieme sia per chi vuole andare più forte che per chi vuole stare meglio.
Abbiamo sempre lavorato sia per migliorare gli aspetti legati al benessere della persona sia per raggiungere soddisfacenti e ambiziosi risultati sportivi.
Per questo il ciclismo e la bici è un mondo a noi molto caro.
Chi pedala regolarmente ottiene infatti molteplici vantaggi quali:
miglioramento del metabolismo e riduzione del peso attraverso un miglior utilizzo dei grassi
miglioramento della forza muscolare
miglioramento dell’efficienza cardiovascolare con riduzione della frequenza cardiaca a riposo, aumento della forza contrattile del cuore, riduzione della pressione arteriosa
last but not least riduzione dell’impatto ambientale sul nostro pianeta e del traffico stressante.
In questo percorso verso la salute e la performance i dati sono fondamentali perché è su di essi che si costruiscono i programmi e si misurano i risultati.
Partendo da una valutazione medica e da test accurati, pedalata dopo pedalata, Vitalia ti accompagna nel raggiungimento dei tuoi obiettivi con piani di allenamento mirati e quotidianamente adattati grazie alla condivisione dei dati dell’atleta, trattamenti osteopatici e piani nutrizionali.
La nostra esperienza pluriennale nella gestione dei dati di allenamento e biometrici è una garanzia per il miglioramento delle performance evitando quegli errori che possono causare problematiche di salute e riduzioni della prestazione.
Contattaci per prenotare la tua visita o avere maggiori informazioni, insieme possiamo pedalare più forte e andare più lontano.
INSIDE & OUTSIDE VITALIA
In occasione dell’arrivo della tappa del giro d’Italia al Technogym Village, nel giorno di riposo del giro, si terrà una tavola rotonda con la presenza del metodologo dell’allenamento della squadra Euskatel Inigo Mujika, del nutrizionista della Jumbo Visma Asker Jeukendrup, del dottore Massimo Massarini, medico dello sport, e del professor Vincenzo Lomonaco esperto di Intelligenza Artificiale per parlare delle nuove metodologie di allenamento nel ciclismo. Moderatore Davide Cassani.
Il 4 dicembre alla maratona di Valencia, Eddy ha chiuso in 2.49’, prestazione di tutto rispetto per un atleta amatoriale che lavora 10 h al giorno.
Ricostruiamo la storia di questo periodo per raccontare cosa è stato fatto e fare qualche considerazione su come ci si può allenare sfruttando al meglio le piattaforme digitali e i wearable.
Il primo test
Il percorso di allenamento è iniziato il 26 agosto con un test di soglia con misurazione del lattato ematico che aveva dato una proiezione sulla maratona di 3.10’ ed un peso di 74,5 kg. L’analisi della curva del lattato evidenziava altresì uno scarso adattamento al ritmo medio e una soglia piuttosto precoce rispetto alla velocità massima.
La pianificazione dell’allenamento
Con questi numeri si è pianificato un programma di allenamento su 4 sedute settimanali finalizzato al miglioramento del passo ai ritmi medi e a un innalzamento della velocità di soglia.
Il lavoro ai ritmi medi è stato svolto la mattina a digiuno e dopo una cena povera di carboidrati che era preceduta da una seduta con ripetute. Questa strategia è finalizzata ad allenarsi con la glicemia più bassa possibile “forzando” così i muscoli ad utilizzare i grassi come fonte energetica. Si ottengono così due benefici: si aumenta il consumo di grassi favorendo il dimagrimento e si “insegna” al muscolo a risparmiare glicogeno, cosa che sarà molto utile sulle lunghe distanze.
I lunghi del fine settimana sono stati organizzati con la seconda fase più veloce della prima in modo da forzare l’organismo a riutilizzare l’acido lattico prodotto.
Infine sono state inserite delle esercitazione sulla cadenza in modo da innalzare i passi al minuto con la finalità di ridurre il rischio di infortuni e aumentare l’efficienza della corsa.
I dati sotto controllo
Ogni allenamento è stato registrato su Garmin Connect che ha permesso di raccogliere anche i dati sul recupero e sul sonno grazie all’analisi dell’HRV (heart rate variability). Il volume e l’intensità settimanali sono stati analizzati monitorando i TSS (training stress score) e IF (intensity factor) in modo da modulare correttamente la progressione dell’allenamento.
Il peso è gradualmente calato mentre la velocità di base e di soglia è cresciuta. I lunghi sono stati contenuti e con due sole sedute oltre i 30 km. e sono serviti a mettere a punto la strategia alimentare sia pre, sia intracompetitiva.
La gara
L’ultima settimana è stata di tapering (riduzione dell’allenamento) tagliando il volume ma mantenendo 2 sedute di richiamo dell’intensità e controllando la qualità del sonno.
L’atleta è arrivato alla gara con ottime sensazioni di frechezza così come confermato anche dal suo Garmin.
La maratona è stata corsa con un parziale di 1.23,02 e quindi nella seconda metà si sono persi 3’ cosa abbastanza normale tra gli amatori.
In sintesi abbiamo dimostrato che si può essere seguiti a distanza ma è comunque necessario effettuare un test iniziale per avere un quadro completo dell’atleta. Il monitoraggio continuo dei dati deve tenere conto di molti parametri per essere in grado di definire il programma.
Se anche tu vuoi essere allenato a distanza, chiamaci, saremo lieti di aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi.
Introduzione
Quando pensiamo al trattamento osteopatico lo immaginiamo sempre rivolto alla struttura muscolo-scheletrica. Nel nostro immaginario l’osteopata è colui che tratta esclusivamente le disfunzioni muscolari o articolari a seguito di traumi o di problematiche da sovraccarico.
In realtà il ruolo dell’Osteopata è molto più ampio. I campi di applicazione si stanno pian piano aprendo alle patologie neuro-degenerative, alla neo-natalità, alle patologie psicologiche-psichiatriche, al campo stomato-gnatico, visivo ecc. Questo perché il trattamento manipolativo è in grado di stimolare processi di adattamento molto profondi e complessi.
Osteopatia e Sistema Nervoso Autonomo
In particolare la letteratura scientifica sta mettendo in evidenza il ruolo del trattamento osteopatico nelle condizioni di stress elevato e nello specifico nel riequilibrio del sistema nervoso autonomo (SNA).
Il SNA è quella parte del sistema nervoso che garantisce le funzioni vitali (battito cardiaco, respiro, funzioni ormonali ecc). Il SNA è composto da due componenti: la componente ortosimpatica (l’acceleratore del nostro organismo) e la componente parasimpatica (il freno del nostro organismo). Uno sbilanciamento verso uno di questi due sistemi comporta una riduzione del miglior adattamento fisiologico, evidenziando uno stato di stress.
Per quantificare il bilanciamento del SNA viene utilizzata la misura della variabilità della frequenza cardiaca (HRV). L’HRV è una misura che dipende dalle differenze temporali che sussistono tra un battito cardiaco ed un altro. Maggiore sarà l’HRV più in “salute” sarà il SNA. Viceversa, un minor grado di HRV sarà associato ad una condizione di stress o di scarso adattamento. Trovate QUI maggiori indicazioni sul SNA e sull’HRV.
L’effetto del trattamento osteopatico sull’HRV
Esistono ad oggi numerose evidenze scientifiche in cui viene indagata la relazione tra trattamento osteopatico e l’HRV. Questi studi, utilizzando diversi approcci di trattamento osteopatico, hanno messo in evidenza un effetto benefico sul bilanciamento del SNA attraverso la misurazione dell’HRV. In particolare, in caso di perdita di un buon bilanciamento a seguito di stress cronico o di dolore il trattamento osteopatico è in grado di attivare la risposta parasimpatica, aumentando le capacità di adattamento a stimoli stressogeni (interni ed esterni). In sostanza, nelle condizioni in cui si presenta una iper-attivazione del sistema ortosimpatico (situazioni di dolore, infiammazione cronico) o nelle fasi di stress che inducono invece un generale abbassamento della “potenza” del nostro SNA, il trattamento manipolativo agendo prevalentemente sulla componente parasimpatica è in grado di stimolare un bilanciamento ed un incremento della potenza del sistema. Questo porterà ad una migliore capacità di adattamento fisiologico, riducendo quindi lo stato disfunzionali a cui eravamo sottoposti.
Così come il trattamento osteopatico non mira solo alla componente muscolo-scheletrica, è anche vero che la manipolazione non necessita sempre di tecniche “dirette” e rapide (i classici thrust, ovvero le manovre in cui l’osteopata fa “schioccare” le articolazioni). Al contrario, l’osteopata ha nel suo “bagaglio” professionale, una serie di approcci e tecniche manuali che possono agire a livello mio-fasciale, viscerale e sull’asse cranio-sacrale. Queste tecniche risultano estremamente dolci e vengono svolte con tempi di azione prolungati. Un tale approccio mira in maniera diretta al miglioramento della funzionalità tessutale o di mobilità del distretto trattato (es. la mobilità del diaframma, la riduzione di tensione a livello cervicale, ecc), ma dall’altro presenta come effetto indiretto la stimolazione del nervo vago che è il principale attore del sistema parasimpatico. Questa azione produrrà così un effetto sistemico per via della risposta a livello del SNA.
Quando andare dall’osteopata per migliorare il bilanciamento del SNA
In generale le due situazioni che possono necessitare di un intervento dell’osteopata per bilanciare il SNA sono le condizioni di dolore cronico, ovvero quella sintomatologia dolorosa che si protrae nel tempo e che difficilmente riesce ad essere gestita e/o ridotta e le condizioni di stress elevato ovvero quando siamo sottoposti a periodi di “sovraccarico” sia fisico che mentale che portano il nostro organismo verso una condizione di disfunzione o patologia.
In entrambe le condizioni, l’approccio osteopatico può garantire un ottimo risultato potenziando le risorse interne della persona per gestire e ridurre dolore e stress.
A seguito di una valutazione quantitativa dell’HRV e della valutazione posturale ed osteopatica, il trattamento manipolativo sarà completamente individualizzato, in modo da trattare le aree del corpo che presentano una riduzione di mobilità o di adattamento fisiologico e stimolare la miglior risposta adattiva dell’organismo.
L’approccio integrato di Vitalia
Il nostro approccio, in tutti i campi di nostro interesse, dall’allenamento di alto livello alla rieducazione funzionale, è sempre multi-disciplinare ed integrato. Per questo riteniamo che il trattamento osteopatico sia essenziale per “rimuovere” meccanismi fisiologici che alla lunga possono portare a condizioni disfunzionali o patologiche. Ma il trattamento osteopatico deve sempre essere visto in congiunzione con un piano di esercizio fisico ed un approccio alimentare corretto ed individualizzato. Con la sinergia di queste componenti sarà possibile “potenziare” il proprio stato di salute raggiungendo la salute nella sua forma migliore.
Il programma BackToLife mira esattamente a questo. Ovvero, riportare la nostra salute al centro a seguito del difficile periodo di quarantena. E con l’integrazione di trattamento manuale, esercizio ed alimentazione siamo in grado di agire su tutte le componenti del nostra salute per garantire il miglio risultato possibile!
Referenze
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Ruffini, N., D’alessandro, G., Mariani, N., Pollastrelli, A., Cardinali, L., & Cerritelli, F. (2015). Variations of high frequency parameter of heart rate variability following osteopathic manipulative treatment in healthy subjects compared to control group and sham therapy: randomized controlled trial. Frontiers in neuroscience, 9, 272.
Curi, A. C. C., Alves, A. S. M., & Silva, J. G. (2018). Cardiac autonomic response after cranial technique of the fourth ventricle (cv4) compression in systemic hypertensive subjects. Journal of bodywork and movement therapies, 22(3), 666-672.
Fornari, M., Carnevali, L., & Sgoifo, A. (2017). Single osteopathic manipulative therapy session dampens acute autonomic and neuroendocrine responses to mental stress in healthy male participants. J. Am. Osteopath. Assoc, 117, 559-567.
Milnes, K., & Moran, R. W. (2007). Physiological effects of a CV4 cranial osteopathic technique on autonomic nervous system function: A preliminary investigation. International Journal of Osteopathic Medicine, 10(1), 8-17.