Arrivano le vacanze: è ora di riposarsi e coccolarsi. Curate lo stretching e allenatevi senza stress, concedetevi un po’ di sonno in più e pure qualche golosità… relax, sportivoni! Ne avete bisogno!

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Movimento e natura. La ricetta per ricaricarsi a Pasqua

Che cosa troverete nell’uovo di Pasqua? Qualche giorno di riposo? Un viaggetto? Rimarrete in città? Che cosa avete programmato di bello?
Per molti, lo sappiamo già, sarà un’occasione per avere più tempo per fare dello sport: ciclisti, runners, sciatori, skialper, ognuno sfrutterà al meglio le giornate primaverili per dedicarsi alla propria attività preferita. La campagna è splendida nella sua prima fioritura, le montagne sono ancora ben innevate, il mare inizia ad esercitare il suo richiamo. Insomma non c’è posto che non sia ideale per muoversi all’aria aperta e per godersi le giornate che si allungano. Anche quelli che visiteranno le città avranno a disposizione alcune ore per inframmezzare le attività culturali con una corsetta o una camminata.

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La stagione sciistica è agli sgoccioli, in pista… e fuori. Divertitevi!

Anche perché un po’ di movimento sarà l’antidoto migliore alle digressioni culinarie che inevitabilmente accompagnano questo lungo fine settimana. Il menu della tradizione Pasquale non è in effetti dei più leggeri ma, semel in anno… Non vogliamo quindi essere bacchettoni e darvi un menu dietetico, ci mancherebbe! Piuttosto, considerate come il movimento possa arricchire i piaceri della tavola e minimizzare gli “effetti collaterali” (e ricordatevi, come spieghiamo qui, che è meglio un chilo in più di un allenamento in meno).

Ad esempio, se fate sport durante la mattinata, a pranzo potrete concedervi un primo e un secondo meglio se accompagnato da molta verdura di stagione. Di agnello, se vi piace e non siete animalisti, mangiatene una porzione piccola, è buono, ma quanto colesterolo! Scegliendo le uova di cioccolata, prendete quelle di cioccolato amaro: il cacao è ricco di polifenoli, potenti antiossidanti, e povero di grassi. E coma si fa a dire no alla colomba? Allora che sia artigianale e senza conservanti.

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Basta una camminata per limitare gli “effetti collaterali” del pranzo

E il riposo, ah come ne abbiamo bisogno. Lasciamo allora che sia il nostro corpo a dettare i ritmi di queste giornate: niente sveglia! Almeno nei tre giorni canonici, iniziamo la giornata lasciando che siano i meccanismi naturali a decidere quando è ora di alzarsi. E in vacanza prendiamo anche lo sport con un ritmo diverso: troviamo qualche minuto per fare dello stretching, regaliamoci un bel massaggio, terminiamo l’allenamento con un lungo defaticamento. Insomma regaliamoci tempo e attenzioni.

Il nostro fisico e la nostra mente ringrazieranno di cuore.
Buona Pasqua!

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Tempo di presentazioni ufficiali: ecco a voi il nostro nuovo progetto per lo ski-alp e i suoi protagonisti. Obiettivo la regina delle gare.

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Anno dispari, anno di Mezzalama, la più fascinosa delle Grande Course, quella che è nei sogni di ogni skialper. Ma per farla servono allenamento, doti tecniche e conoscenza della montagna. E’ una gara che richiede ad una squadra di medio livello uno sforzo intorno alle 8 ore ad alta quota, con tanti cambi di assetto, con passaggi che necessitano di piede sicuro, e si possono presentare condizioni meteo difficili.

Da queste considerazioni è nato il progetto “Obiettivo Mezzalama”: portare due atleti amatoriali a vivere questa esperienza nel modo più sicuro e divertente possibile. Per raggiungere l’obiettivo abbiamo unito le competenze di Giorgio Villosio, guida alpina e agonista skialp di buon livello con partecipazioni a tutte le più importanti gare del circuito Grande Course alle spalle (ve lo presentiamo qui), alle mie di medico dello sport e metodologo dell’allenamento nonché skialper.

La squadra

Giorgio sarà quindi il caposquadra di un team composto da persone assolutamente “normali”, che lavorano e non hanno mai partecipato ad una gara di scialpinismo, ma con un’enorme passione per la montagna e gli sport di fatica. Lei, Paola Buzzetti, 44 anni, è un avvocato, mamma, trail runner e ciclista con un passato di quattrocentista, lui, Davide Vigliocco, avvocato, ciclista e podista. Entrambi sono sciatori di buon livello e praticano la montagna da diversi anni, spesso con Giorgio come guida. Con due così, ci sentiamo tranquilli, almeno dal punto di vista legale…

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Davide, Paola e Giorgio in una delle prime uscite del Team

Il percorso

L’avvicinamento al Mezzalama è un’alternanza di allenamenti a secco, con la bici e di corsa, di lavoro in palestra e di uscite con gli sci. Fin qui niente di nuovo. Il tutto però sarà pianificato in base alle caratteristiche individuali e monitorato su base settimanale grazie alla possibilità di analizzare i dati dell’allenamento con i cardio-gps da polso i cui dati sono scaricabili sul computer (qui vi spieghiamo come funziona). Questo consentirà di verificare l’andamento di ogni singola seduta e di aggiustare continuamente i volumi e le intensità degli allenamenti successivi.

Tecnica sulla neve

Giorgio si occuperà del resto e insegnerà alla squadra… a diventare una squadra, trasmettendo loro tutte le malizie necessarie per affrontare un percorso che quest’anno, con il cambio di direzione, si presenta ancora più difficile. La sua esperienza sarà fondamentale per pianificare al meglio le uscite sulla neve, per ottenere il massimo da ogni allenamento e per migliorare ed ottimizzare la tecnica sugli sci in fase di salita e discesa.

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Esercizi per la discesa

Come abbiamo iniziato

Come al solito, il primo passo è stata la visita medica per verificare le condizioni di salute generale e di forma di Paola e Davide. Quindi, oltre agli esami di routine, abbiamo svolto un test di soglia con la misurazione della frequenza cardiaca e del lattato ematico. Questa procedura, oltre ad individuare la Fc di soglia, permette di capire su quali intensità è più opportuno lavorare (ne parliamo qui). Per capirci, si deve interpretare la curva del grafico del lattato e della Fc per poter individualizzare gli allenamenti e decidere, ad esempio, se sia il caso di insistere sulla resistenza di base, o se sia più opportuno inserire dei lavori ad intensità elevata. Il “motore” dello skialper da Grande Course deve essere infatti preparato in modo da coniugare grandi doti di resistenza, fondamentali per coprire le lunghe salite, a doti di tolleranza al lattato, per far fronte a cambi di ritmo e di intensità che si presentano per superare un tratto particolarmente impegnativo e nelle lunghe discese. Sbagliare nei dosaggi dei carichi vanificherebbe mesi di preparazione.

Il primo periodo

La prima fase è iniziata alla fine di ottobre, con Paola e Davide che si sono presentati al test iniziale in ottima forma, vista la quantità di allenamento svolta nei mesi estivi. La massa grassa è su valori molto contenuti e le analisi ematiche sono perfette. Paola è pienamente guarita da una lesione muscolare occorsa a fine luglio e trattata con gel piastrinico (sapete che cos’è?) e adeguata fisioterapia per accorciare al massimo i tempi di recupero. Tutti e due hanno ottimi valori di soglia, che per giunta sono molto simili. Abbiamo perciò iniziato la programmazione delle sedute di allenamento che in attesa della neve si sono svolte alternando corsa in salita e bici. Anche l’alimentazione, sia nei giorni di allenamento, sia in quelli lavorativi è stata discussa e definita.

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Paola ha già ottenuto un ottimo risultato a Sansicario

Ottima partenza

Quest’estate Paola e Davide hanno affrontato con Giorgio la traversata del Castore per prendere confidenza con il percorso di gara e per impratichirsi con le tecniche di progressione con i ramponi su creste e pareti ripide che saranno importantissime visto la forte componente alpinistica del nuovo tracciato del Mezzalama. Intanto sono iniziate le prime uscite sulla neve con Giorgio a tirare il team ed a insegnare i trucchi del mestiere. Tutto procede secondo i piani: ogni lunedì si analizzano i dati delle sedute svolte e si programmano le successive. E si vedono i risultati: Paola ha partecipato alla sua prima gara, il Night&Winter Vertical Kilometer di Sansicario… è arrivata 4° a 1’ dal podio in una competizione resa durissima dalla prima parte a piedi e dalla nevicata dai 2000 m in su.

Ci divertiamo e condividiamo questa passione per lo sport, cosa potremmo chiedere di più?

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Per gli aficionados la stagione è già iniziata da un po’, mentre i neofiti sono alle prese con le prime gite in questi giorni. Buoni motivi per cominciare e proposte per migliorare.

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Trovarsi a metà novembre, in una ventina di persone, di età varia tra i 15 ed i 65 anni, in cima ad una gita abbastanza difficile la dice lunga sull’evoluzione e sul futuro dello scialpinismo. Uno sport in crescita vertiginosa che sta portando sulla neve gente con storie, motivazioni, capacità estremamente diverse. Unico comun denominatore la passione per la montagna e la voglia di salirla con le proprie forze per poi scenderla. Difficile trovare uno sport che offra un mix di ingredienti così eterogenei: resistenza, interpretazione dell’ambiente, capacità tecniche, conoscenze meteo-nivologiche. E’ proprio questa poliedricità la forza della disciplina.

Ma cosa significa scialpinismo? C’è chi lo interpreta come gara, chi per compiere le gite più classiche, chi per sciare pendii difficili o molto difficili, chi per fare una tranquillissima escursione. Tutti questi mondi convivono e si incrociano raramente se non all’inizio della stagione quando lo scarso innevamento riduce le possibilità e concentra questi “animali” diversi sugli stessi “pascoli”. La prima nevicata scatena un tam-tam di informazioni che chiama all’appello gli appassionati. Ed eccoli tutti insieme ad affollare il parcheggio alla partenza della gita, con la tutina da gara o con i vecchi sci imprestati da un amico “tanto per iniziare”.

Le prime gite sono belle, non per i percorsi, ma perché si ricomincia, perché ci si ritrova, perché i larici sono ancora gialli, perché si torna a pestare neve.

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Obiettivo Mezzalama

E poi il 2015 è anno di Mezzalama, la gara regina dello scialpinismo, la più famosa, la più ambita (ecco il sito ufficiale). Noi di Vitalia non potevamo mancare. Alla gara parteciperà infatti il team Montagna 360-Vitalia composto dalla guida alpina Giorgio Villosio (ve lo presentiamo qui), da Paola Buzzetti e da Davide Vigliocco. Il progetto, nato dalla collaborazione tra una guida alpina-atleta e un medico dello sport-scialpinista, si prefigge di portare due praticanti amatoriali dello scialpinismo a finire onorevolmente questa sfida durissima.

Vitalia fornirà il supporto di programmazione dell’allenamento e monitoraggio della performance, mentre Giorgio Villosio curerà la tecnica sulla neve. Il programma, iniziato con i test di valutazione ai primi di novembre, sta proseguendo con le prime uscite sulla neve. Come si dice in questi casi, stay tuned e seguiteci su queste pagine e sul blog di Giorgio Villosio (qui).

E allora che la stagione inizi! E che sia generosa di neve…

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Arriva il freddo. E lo lasciamo ai campioni. Buoni motivi e buoni consigli per allenarsi con i rulli.

181954041-2de60bb3-4c65-4398-b18f-6ea629e55351 Vincenzo Nibali al Giro d’Italia 2013

I rulli sono noiosi ma i rulli fanno bene, dicono i ciclisti esperti. Se poi si vive in zone dove l’inverno picchia duro o se il lavoro non consente di allenarsi nelle ore di luce, le alternative sono poche: o ci si allena sui ciclosimulatori o ci si rassegna ad arrivare alle prime gare in ritardo di forma.

I rulli hanno, in effetti, molti vantaggi e permettono di svolgere un allenamento di altissima qualità per molti motivi. Permettono di monitorare con precisione il lavoro fatto. Non ci sono discese o vento da dietro ad aiutarci e quindi un’ora di rulli equivale ad un lavoro di circa due ore su strada. Consentono di organizzare la seduta in fasi finalizzate a qualità specifiche con carichi e tempi molto precisi, cosa molto difficile da realizzare su strada.

Ora che vi siete convinti, andiamo a pianificare il lavoro da fare.

Come organizzare l’allenamento

Se pensiamo che allenarsi sui rulli significhi pedalare per 50-60 min. combattendo la noia, siamo sulla strada sbagliata. L’allenamento indoor deve essere studiato con esattezza e solo così diventerà efficace e anche divertente o quanto meno stimolante. La prima parte della seduta sarà come sempre dedicata al riscaldamento e durerà almeno 10-15 min., meglio se condotti a ritmo progressivo. Seguirà la fase centrale in cui si collocano i lavori specifici che saranno scelti in funzione del periodo: ripetute alla soglia, al medio, sprint ripetuti, progressioni, medio e salite forza-resistenza. La fase finale avrà lo scopo di defaticare e di allenare la simmetria e la rotondità di pedalata.

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Il cardiofrequenzimetro è indispensabile per un buon allenamento. Qui il test del nuovo Garmin

Tipi di ciclo simulatori

Perché il lavoro sia efficace, il ciclosimulatore deve essere scelto con accuratezza. Ne esistono fondamentalmente di due categorie: quelli su cui si monta direttamente la bici e quelli che prevedono lo smontaggio della ruota posteriore. Entrambe le categorie hanno vantaggi e svantaggi e sarà il ciclista a scegliere in base alle proprie esigenze. Chi pedala sulla Mtb dovrà però optare per la seconda categoria, perché i ciclosimulatori del primo gruppo non possono essere utilizzati con una copertura tassellata. Quale che sia la scelta, ci si deve comunque accertare che si possa dosare la resistenza per potersi allenare al wattaggio prefissato in ogni fase, che ci sia un display su cui visualizzare tempi, cadenza di pedalata e frequenza cardiaca, meglio se l’attrezzo può essere collegato al pc o ad un tablet . Infine, l’ambiente dove ci si allena non deve essere troppo riscaldato e davanti al nostro attrezzo si dovrà piazzare un potente ventilatore: in un allenamento indoor si suda moltissimo e il flusso d’aria consentirà di mantenere un’intensità più alta. Avevamo già dato qualche suggerimento in proposito, date un’occhiata qui. 

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Prima di una crono il warm up sui rulli è d’obbligo

Il servizio di Vitalia e Max Testa Training

Si è detto che la precisione dell’allenamento è il vantaggio principale. Per far sì che ciò sia vero è però fondamentale conoscere i propri valori e cioè la propria potenza al fondo lungo, al medio ed alla soglia. Per misurarli, si deve effettuare un test con misurazione del lattato ematico e della frequenza cardiaca, al termine del quale si avranno tutti i dati per personalizzare l’allenamento. Il test di Vitalia, condotto su ciclosimulatore, soddisfa questa esigenza (qui vi spieghiamo come funziona).

Ma la vera novità di quest’anno è l’offerta di programmi di allenamento studiati da uno dei più esperti medici dello sport e metodologi dell’allenamento del mondo del ciclismo pro: Max Testa. Vi ricordate i suoi commenti da Tour, Giro, e Mondiali? Ci aveva svelato i “segreti” delle gare in anteprima. E la sua storia? Andate a rileggere l’intervista, il suo curriculum mette i brividi.

2014 Tour Down Under - Stage 3

Cadel Evans è uno degli atleti allenati da Max Testa

Il dott. Testa, con i suoi 25 anni nel ciclismo di vertice e le vittorie nei campionati del mondo, nei giri d’Italia, nei Tour de France e nelle classiche, è un’autorità di assoluto livello. Ora la sua esperienza è a disposizione dei ciclisti amatoriali grazie ad i suoi programmi di preparazione indoor. Ne sono offerti sono tre: blocco di transizione, per il periodo autunnale, blocco di costruzione, per il periodo invernale, blocco di preparazione, per il mese precedente le gare. Ognuno si basa su sei settimane con due sedute di un’ora, più due eventuali sedute di 90 min. nel week end, se non è possibile andare su strada.

Max Testa garantisce miglioramenti dal 10 al 20% , e se lo dice lui…

Per il vostro allenamento personalizzato, contattateci via mail o allo 011/19.50.8753.

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Domenica 23 febbraio si corre il Trail Bianco di Cesana, 24 km e 1200 m D+, una gara che è già diventata un classico nel panorama dei trail invernali.

L’edizione di quest’anno dovrebbe essere baciata dal sole con temperature miti. La neve caduta nei giorni precedenti è già ben assestata e battuta e la gara si preannuncia molto veloce.

Sarà importante una buona partenza per prendere la testa del gruppo nella fase che porta alla prima salita. Perciò il riscaldamento, rivestirà ancora una volta, un’importanza fondamentale, in quanto solo se ben caldi si potrà forzare sin dai primi metri di gara.

Allora una quindicina di minuti di corsa molto lenta con 3-4 allunghi di 50 mt subito prima di entrare in griglia.
Durante il riscaldamento consiglio la solita borraccia con maltodestrine da sorseggiare in questa fase per partire ben idratati e con i giusti livelli di zuccheri nel sangue.

Nella lunga salita verso il Lago Nero bisognerà prendere subito un ritmo che non ci porti in affanno, la gara è lunga e bisogna gestire l’impegno.

Una volta al termine dell’ascesa ci si dovrà alimentare con un gel e dell’acqua ed eventualmente indossare una giacca antivento.

Si scende verso l’arrivo con una piccola risalita di 200 mt D+ al 19° km e poi di nuovo verso il traguardo.

Insomma, il Trail Bianco è lungo il giusto, in una location bellissima. E’ la gara perfetta per chi vuole iniziare e l’amico Stefano Blanchet è garanzia di organizzazione impeccabile.

Buona corsa a tutti!

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Qualche settimana fa vi abbiamo presentato la Guida Alpina Giorgio Villosio, con cui Vitalia collabora per la preparazione degli sci-alpinisti. Questa sinergia ci consente di offrire un servizio integrato che, partendo da una valutazione fisiologica delle capacità individuali, arriva alle esercitazioni pratiche in montagna. Il tutto, perfettamente calibrato sulle condizioni fisiche e tecniche della persona. Giorgio infatti è un professionista della montagna a 360°, esperto di neve, rocce e ghiaccio: i suoi corsi sono aperti a tutti, principianti e professionisti e per i più coraggiosi organizza anche spedizioni sui “giganti del mondo” (dalla Turchia all’Equador passando per il Kilimanjaro: vulcani e montagne dai 4000 m in su per lui sono pane quotidiano).

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Di seguito il resoconto della sua ultima uscita (trovate gli altri qui): se non ambite all’Everest ma più semplicemente volete divertirvi in sicurezza… chiedetegli compagnia!

11 gennaio. Scialpinismo: Terra Nera.

Gita nel vallone di Thures, partendo da Busson siamo saliti prima alla Dormillouse e poi per cresta abbiamo proseguito fino al Terra Nera. Discesa nel vallone e rientro a Thures. Il percorso è tutto ben innevato e nonostante la parte alta del Terra Nera abbia preso vento nei giorni scorsi, facendo attenzione non si tocca una pietra. Dopo una settimana di caldo anomalo la qualità della neve è sicuramente peggiorata, però nel complesso neve sempre sciabile, in alto alternanza di crosta dura da vento e farina pressata, nel bosco farina a tratti un po’ pesante.

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Per informazioni sulle uscite con Giorgio visitate il suo sito.

[message type=”warning”] Attenzione: lo sci-alpinismo non si improvvisa! Bisogna conoscere la disciplina e la montagna, ma soprattutto essere allenati! Qui potete trovare qualche spunto, contattateci per un programma personalizzato! [/message]

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