Si avvicina l’appuntamento di Firenze il programma si fa più intenso. Le ragazze (ve le presentiamo qui) si preparano a difendersi dall’autunno con i consigli del dott.

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Si allungano le distanze: Charlotte ed Elena hanno corso pochi giorni fa la mezza del Cus.
FOTO CUS TORINO

La maratona è a meno di due mesi, i km aumentano, la pioggia e la temperatura renderanno più impegnativi gli allenamenti. Ma le girls non mollano, anzi, migliorano settimana dopo settimana (date un’occhiata al diario di bordo di Charlotte: qui).

È ora però di potenziare le loro difese per ridurre il rischio di infortuni e malanni che potrebbero buttare all’aria tutti gli sforzi di questi mesi.

È infatti noto che una regolare attività fisica riduce la produzione di radicali liberi, quelle scorie che provocano invecchiamento dei tessuti, ma sappiamo anche che un allenamento duro e prolungato la sviluppa, incrementando anche lo stress ossidativo. Ciò comporta una maggior predisposizione alle infezioni: banali raffreddori, tracheiti, influenza e alle lesioni muscolo-tendinee. E si, perché alla fine, l’aumento di allenamento fa diventare l’atleta più performante ma anche più fragile.

People running in the autumn race

Decidiamo perciò di prevenire e di “rinforzare” le girls con un’integrazione finalizzata al nostro programma. Infatti la filosofia è quella di mantenere lo stato di salute ottimale evitando l’insorgenza di patologie.

Ecco allora due domande: come fare “scorta” di queste sostanze? Si trovano già sulle nostre tavole? Sì, ma il vantaggio di assumerli come integratori è dovuto al fatto che per raggiungere una dose settimanale efficace bisognerebbe mangiare tantissimo pesce e tantissimi frutti di bosco. Le dosi consigliate sono infatti di 3-4 g di Omega 3 e di 2-3 capsule di Maqui, l’equivalente di 15 porzioni di salmone a settimana e di 2 tazze di mirtilli al giorno.

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A questo punto, che marca di integratori scegliere? Evitare risparmi stupidi. Prodotti come quelli di Enervit sono di purezza certificata e ciò riveste grande importanza: analoghi più economici presentano elevate quantità di elementi tossici come PCB e diossine.

Ma attenzione, alla base di tutto dobbiamo ricordare che gli integratori vanno a completare una dieta ricca di proteine di qualità, frutta, verdura e grassi vegetali e con un utilizzo di carboidrati finalizzato a fornire le energie necessarie agli allenamenti. Se mangiamo zuccheri e grassi in grande quantità non c’è integratore in grado di fare miracoli.

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Ci sono corse veloci su percorsi bruttini, dove si va per fare il tempo, ci sono corse belle e abbastanza veloci, ci sono corse belle e basta, dove si va perché è già un regalo esserci.

La “Corsa da Re” è una di queste.

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Ed in questo periodo dell’anno è anche giusto così. Perché domenica prossima sarà il momento buono per coloro che, in preparazione ad una maratona autunnale, devono mettere su i chilometri del lungo e per coloro che, avendo già corso in gara più veloci, vogliono passare una giornata senza lo stress del “personal best”.

E allora godiamoci la giornata, sin dall’inizio: già arrivare alla Venaria e infilarsi nei lunghi viali dei giardini che sono la zona di partenza è emozionante.

Poi la musica, le parole dello speaker, la gente intorno e poi lo sparo di inizio.

Via.

Il percorso è tracciato in un giardino di stupefacente bellezza: qualche curva e si è fuori, verso il parco della Mandria.

Un luogo talmente bello che guardare il cronometro ed il battito sembra veramente senza senso.

Allora alziamo la testa e ammiriamo le montagne che fanno da cornice naturale a questo angolo di Piemonte, gli alberi secolari, i laghetti.

Corriamo su sterrati molto ben tenuti, il dislivello è lieve ma c’è. Lasciamo andare le gambe senza affanno, magari parliamo con qualcuno e, in un amen, ci ritroviamo al giro di boa e stiamo puntando verso il traguardo.

La Venaria, con le sue abitazioni storiche ci attende.

Siamo ormai vicini e rientriamo nel giardino della Reggia.

Qualche curva ed ecco la via principale del Borgo, il traguardo è lì, sotto l’arco che ci porta nella piazza della Reggia.

E’ fatta. Non ci sentiamo dei re?

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Qualche giorno fa ho scritto che la corsa è uno sport “stupido”, era chiaramente una provocazione e non intendevo certo offendere i praticanti di questa disciplina verso cui nutro passione e rispetto. Volevo piuttosto sottolineare che la corsa richiede metodo e applicazione e che non c’è spazio per improvvisazione e fantasia.

In questo periodo di inizio autunno che precede le grandi maratone di ottobre e novembre, ogni sportivo dovrebbe infatti conoscere con una buona approssimazione i valori della propria prestazione ed usarli per ogni allenamento.

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Essenzialmente i dati da controllare sono la frequenza cardiaca e il passo al km.

Attraverso test di laboratorio e da campo è infatti possibile conoscere con buona precisione a che velocità e FC impostare i lunghi, i medi e le ripetute.

I lunghi devono infatti essere svolti ad una velocità pari all’80-85% della velocità di soglia ed a una FC compresa tra i 75 e l’80% di quella di soglia.

I medi devono invece essere corsi a velocità pari al 90-93% della velocità di soglia con una FC del 90% circa di quella di soglia.

Le ripetute, parliamo di quelle sui 1000 m, infine devono essere corse a velocità e FC di soglia.

Ma come determinare questa fantomatica soglia anaerobica?

Sicuramente il metodo migliore è rappresentato dal test incrementale con misurazione del lattato, ovvero della concentrazione di acido lattico nel sangue.

E’ noto infatti che man mano che aumenta la velocità di corsa, aumenta la quantità di lattato nel sangue. Questo parametro ha un andamento che dipende da caratteristiche individuali e dal tipo di allenamento svolto.

L’analisi della curva del lattato e della frequenza cardiaca saranno interpretate dal tecnico e forniranno una precisa “fotografia” della situazione individuale e orienteranno il piano d’allenamento.

Al podista non resterà che armarsi di cardiofrequenzimetro, magari con GPS ed iniziare a correre rispettando i numeri.

Mettendo da parte la fantasia.

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