Ve l’avevamo detto: chi sta bene lavora meglio. Un’azienda con dipendenti in forma ha una migliore produttività e freschezza e il ritorno sull’investimento in salute è ampiamente positivo: la prevenzione paga… con gli interessi! Lo sanno bene i grandi gruppi internazionali che hanno progetti avviati da tempo, un po’ meno i concorrenti italiani: proviamo a convincere anche loro con i risultati degli ultimi studi scientifici. 

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Nel panorama mondiale delle aziende si fa sempre più strada l’inserimento di un programma wellness come nuovo benefit ai dipendenti. Abbiamo perciò voluto analizzare i risultati di questa strategia sintetizzando in pillole i risultati delle ricerche condotte negli ultimi anni da Harvard Business review e da Mercer & Marsh Benefits.

Le analisi confermano che, anche in Italia, i benefit per la salute e il benessere rappresentano un valido strumento per attrarre e trattenere talenti, ma le aziende temono un incremento dei costi a causa dell’incertezza economica e dei provvedimenti dei governi in materia di sanità pubblica. Questo è quanto emerge dalla quarta edizione dell’indagine Mercer Marsh Benefit sui temi dell’assistenza sanitaria integrativa e dei benefit legati alla salute che ha fotografato il livello di preoccupazione delle aziende per quanto riguarda la recessione economica e le riforme dei sistemi di welfare nei paesi europei. Anche i partecipanti italiani sono consapevoli del fatto che il Servizio Sanitario Nazionale è destinato a subire pesanti ridimensionamenti nel futuro, sia in termini di gamma delle prestazioni offerte sia in termini di aumento dei costi a carico del cittadino.

E’ comunque consolidato che i vantaggi per le aziende che “investono” sulla salute dei dipendenti si articolino su tre punti: attrarre e trattenere i talenti, gestire i rischi legati alla salute dei dipendenti, aumentare la produttività e la performance. Ne avevamo già discusso qui (ricordate le percentuali impressionanti sull’assenteismo?) ma vogliamo aggiungere nuove prove.

Infatti in un recente studio condotto all’interno di Technogym si è messo in correlazione l’indice di Wellness dell’individuo con il numero di ore di assenza per malattia ed i costi ad esso collegati. Ancora una volta le statistiche hanno confermato che chi si muove di più, mangia meglio ed è meno stressato si ammala meno e fa risparmiare l’azienda. L’ulteriore notizia positiva è che per ottenere dei benefici tangibili non è necessario essere superatleti ma basta modificare di poco il proprio stile di vita introducendo un leggero movimento quotidiano, migliorando la propria alimentazione e il riposo notturno.

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Technogym sta trasformando in “esercizio” anche il lavoro: addio mal di schiena con l’active-sitting

Purtroppo, nonostante queste consapevolezze, le attività di prevenzione e di educazione alla salute offerte da le aziende italiane ai dipendenti sono un terzo di quelle offerte a livello europeo.

Forse allora vale la pena di rileggere un articolo uscito a dicembre 2010 sulla prestigiosa Harvard Business Review (qui un estratto). Gli studiosi fanno i conti in tasca ai medici e i risultati sono molto interessanti. A partire dal caso Johnson & Johnson che nel decennio 1998-2008 ha avuto un ritorno di 2,71$ x 1 $ investito, si evidenzia che i programmi wellness rappresentano un cospicuo ritorno economico per le aziende che li implementano. Per ogni dollaro investito si calcola un risparmio che va tra i 2,7 ed i 10 $ in base alla tipologia dell’intervento e dell’azienda: un ottimo ROI!

Vitalia da 7 anni si occupa di programmi wellness nelle aziende (ne parliamo qui). La nostra offerta varia da questionari on-line per “fotografare” lo stato di salute ed i fattori di rischio più rappresentati nella popolazione aziendale a check-up individuali. Il risultato di tali check up è rappresentato da un report dei fattori di rischio per malattie cardiovascolari e metaboliche, da una valutazione della massa grassa corporea, da un’analisi posturale e da una prescrizione sul tipo di attività fisica da intraprendere e su eventuali ulteriori accertamenti da condurre.

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La salute di ognuno di noi dipende in larga parte dal nostro stile di vita, ci piaccia o no, questa è la realtà delle cose. Errate abitudini alimentari, sedentarietà, stress, fumo, posture scorrette hanno un profondo impatto sul benessere e sulle probabilità di contrarre malattie cardiovascolari, metaboliche (diabete), ortopediche (lombalgia, cervicalgie, osteartrosi) e alcuni tipi di tumore.

E ci sono effetti collaterali anche in ufficio: un basso livello di forma fisica riduce la capacità lavorativa e fa aumentare il numero di ore di assenza per malattia. Per questo, sin dagli anni ’80, si è iniziato a parlare di prevenzione“corporate Wellness” e si sono avviate iniziative finalizzate a procurare il benessere dei lavoratori e a contribuire al successo dell’azienda che li implementa. Sono infatti numerosi gli studi che analizzano il ritorno dell’investimento in progetti Wellness e che ne dimostrano la grande redditività.

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Anche nei paesi come l’Italia, infatti, dove gran parte dei lavoratori sono assistiti dal sistema sanitario nazionale, il costo della malattia per l’azienda è ingente. Soprattutto il trascurare fattori di rischio conduce ad un’aumentata incidenza di patologie e alla perdita di giornate di lavoro.

Si calcola che un programma di corporate Wellness comporti un aumento di produttività giornaliera di circa 15 min./giorno e una riduzione di 21 ore annue dell’assenteismo da infortuni e malattie, per un risparmio totale di 1500 euro per ogni dipendente che costi 35.000 euro/anno.

Come immediata conseguenza si riduce il turn over del personale, con un risparmio – per riduzioni del 2% – di 160 euro. Inevitabile che migliori il clima aziendale e che aumentino le possibilità di attrarre i migliori talenti sul mercato.

Sulla base di queste evidenze Vitalia ha strutturato un apposito check-up per testare lo stato di salute delle aziende. L’obiettivo è la prevenzione delle patologie cardiovascolari, metaboliche ed ortopediche. I dipendenti vengono sottoposti ad una visita e un colloquio di 30-40 min. in cui vengono misurati i parametri clinici utili a definire il profilo di rischio. Ognuno riceve consigli personalizzati su come migliorare le abitudini quotidiane.

Stare bene è un’assunzione di responsabilità verso se stessi. 

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