Oltre all’esercizio fisico personalizzato, gli esami del sangue, il monitoraggio continuo della glicemia (CGM) e una dieta equilibrata costituiscono i pilastri per il benessere e la prevenzione di malattie croniche.
Gli esami del sangue sono strumenti diagnostici indispensabili che offrono uno sguardo approfondito sul nostro stato di salute. Analizzando valori come colesterolo, glicemia, livelli ormonali e altri parametri, è possibile individuare precocemente eventuali squilibri o patologie in via di sviluppo. Queste informazioni sono cruciali per adottare strategie preventive e personalizzate, che mirano a migliorare il metabolismo e a ridurre i fattori di rischio cardiovascolare.
Il monitoraggio continuo della glicemia, o CGM, rappresenta una tecnologia rivoluzionaria che consente di tenere sotto controllo in tempo reale i livelli di zucchero nel sangue. Grazie a sensori applicati direttamente sulla pelle, il CGM offre dati costanti e dettagliati, evidenziando variazioni e picchi glicemici che spesso sfuggono agli esami tradizionali. Queste informazioni dinamiche permettono di intervenire immediatamente, ottimizzando il piano alimentare e l’attività fisica in base alle esigenze specifiche del corpo, contribuendo a stabilizzare il metabolismo e a prevenire l’insorgenza di insulino resistenza e infiammazione cronica.
Infine, una dieta equilibrata e mirata è fondamentale per integrare e potenziare i benefici degli esami del sangue e del CGM. Un piano alimentare studiato su misura, che includa un corretto apporto di proteine, carboidrati complessi, grassi salutari, vitamine e minerali, favorisce un controllo ottimale dei livelli glicemici e supporta il funzionamento del sistema cardiovascolare. Un’alimentazione attenta e personalizzata, infatti, si trasforma in un vero e proprio strumento di prevenzione, contribuendo a migliorare l’energia quotidiana e a promuovere un benessere a lungo termine.
In sintesi, l’integrazione tra esami del sangue, CGM e una dieta su misura offre un approccio completo e proattivo per monitorare e gestire la salute, garantendo un equilibrio metabolico ottimale e una vita più sana e consapevole.
In conclusione, integrare l’esercizio fisico nella routine quotidiana può rappresentare un’arma efficace per prevenire, combattere e recuperare dal cancro, migliorando significativamente il benessere generale dei pazienti.
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È sempre più comprovato il ruolo cruciale dell’esercizio fisico nella prevenzione e nel trattamento del cancro, non solo per ridurre il rischio di sviluppare alcuni tipi di tumore, ma anche per migliorare la qualità della vita durante e dopo le terapie.
In particolare, uno studio recente ha analizzato dati provenienti da quasi 47.000 pazienti affetti da vari tipi e stadi di cancro, scoprendo che una maggiore forza muscolare e una buona forma fisica sono associate a una riduzione significativa del rischio di mortalità per qualsiasi causa. I pazienti con livelli più elevati di forza muscolare e fitness avevano una probabilità inferiore del 31-46% di morire rispetto a quelli con livelli più bassi. Questo effetto protettivo era particolarmente evidente nei pazienti con tumori in stadio avanzato, come quelli polmonari o gastrointestinali.
Perché l’esercizio funziona?
Uno dei principali benefici dell’esercizio è il miglioramento del sistema immunitario. Un organismo più forte e resistente è in grado di contrastare meglio la progressione della malattia e di tollerare le cure, come la chemioterapia e la radioterapia, riducendone gli effetti collaterali.
L’esercizio fisico ha anche un impatto positivo sulla salute mentale dei pazienti oncologici. Affrontare una diagnosi di cancro può essere estremamente stressante e può portare a stati di ansia e depressione. L’attività fisica, in particolare esercizi aerobici come la camminata o il nuoto, stimola la produzione di endorfine, i cosiddetti “ormoni della felicità”, migliorando l’umore e riducendo la fatica cronica.
Infine, numerosi studi hanno dimostrato che l’esercizio fisico aiuta a ridurre il rischio di recidive tumorali e migliora la sopravvivenza a lungo termine. Ovviamente, è fondamentale che l’attività fisica venga personalizzata in base alle condizioni e alle capacità del paziente, con il supporto di specialisti.
In conclusione, integrare l’esercizio fisico nella routine quotidiana può rappresentare un’arma efficace per prevenire, combattere e recuperare dal cancro, migliorando significativamente il benessere generale dei pazienti.
L’invecchiamento è un processo inevitabile che tutti noi, a nostro modo, cerchiamo di limitare il più possibile e col quale cerchiamo di convivere; è difficile sentirsi meno energici, veder comparire nuove rughe, osservare anno dopo anno un calo nel proprio rendimento lavorativo e sportivo.
La domanda che ci poniamo in Vitalia è: possiamo invece vedere l’invecchiamento come una sfida, una parte della nostra esperienza di vita da vivere al meglio?
Mantenere la salute e l’efficienza fisica con l’avanzare dell’età dipende soprattutto dai nostri comportamenti e dalle nostre abitudini di vita. Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha studiato e approfondito il processo di invecchiamento e come contrastarlo, e molte sono le scoperte fatte in questo ambito: si è visto ad esempio quanto l’infiammazione silente cronica giochi un ruolo centrale nella comparsa di alterazioni metaboliche che concorrono poi, in età più avanzata, alla comparsa di patologie quali Alzheimer, diabete mellito, tumori, ecc. e quanto più precoci sono gli interventi per contrastare l’invecchiamento, quanto migliori sono i risultati.
I massimi esperti di ageing sono però concordi nel sostenere che molti sono i fattori sui quali si può agire per ritardare l’invecchiamento cellulare e perseguire una longevità sana: per citarne alcuni, la giusta dose di esercizio fisico, una corretta nutrizione e un corretto equilibrio simpatovagale.
In Vitalia ci occupiamo proprio di questo: darti il supporto e gli strumenti per perseguire l’obiettivo di una longevità sana.
Il programma “Next Me” parte da un’accurata valutazione che, unendo la tecnologia al sapere scientifico andrà a definire le attuali condizioni di salute dell’individuo tramite la misura dell’efficienza fisica, della variabilità della frequenza cardiaca, della composizione corporea, della mobilità, della flessibilità e delle capacità cognitive. A seconda dell’anamnesi e degli stili di vita di ognuno potranno essere richiesti altri esami per indagare eventuali fattori predisponenti patologie.
Il risultato dei test è la guida ed il punto di partenza per pianificare un progetto personalizzato, centrato sull’individuo, con l’obiettivo di migliorare il benessere psicofisico, la performance fisica e fornire gli strumenti per una longevità sana.
Contattaci per definire il programma su misura per diventare il “Next me” che ognuno desidera.
Hai in programma una maratona? E’ tempo di iniziare a mettere le basi per raggiungere il tuo obiettivo.
La maratona richiede una programmazione e una cura dei dettagli accurata per essere corsa al meglio. In Vitalia grazie al nostro approccio multidisciplinare curiamo ogni aspetto relativo alla performance, cucendo un programma personalizzato sul singolo atleta.
Da dove partiamo?
Seguiamo un protocollo di test sperimentato da anni su atleti professionisti e amatoriali.
Il primo step è la valutazione del sistema nervoso autonomo con la misurazione della HRV per capire lo stato di benessere generale.
Il secondo step è il test del lattato svolto su treadmill che serve a definire con precisione le intensità di allenamento e valutare le capacità fisiche dell’atleta e orienta la scelta del piano di allenamento.
Usiamo treadmill con superficie a tapparella per simulare al meglio la corsa su strada e misuriamo lattato, FC e percezione dello sforzo. Durante il test analizziamo il gesto tecnico, la cadenza del passo ed effettuiamo riprese in slow motion per scoprire eventuali scompensi che andremo a correggere con trattamenti kinesiologici e/o osteopatici.
Il terzo step è la valutazione corporea per calcolare il peso ideale e per formulare un piano nutrizionale ad hoc per la maratona.
A questo punto, i dati raccolti serviranno alla creazione di un programma di allenamento personalizzato, con la continua supervisione dei dati raccolti durante l’allenamento, in modo da monitorare costantemente il processo di allenamento e modificare il piano in base alla risposta fisiologica dell’atleta.
Se hai messo in calendario una maratona è tempo di iniziare a mettere le basi per raggiungere il tuo obiettivo con VAT Vitalia Adaptive Training e Vitalia. Contattaci per prenotare la tua visita o avere maggiori informazioni.
Invecchiare in salute.
Il cambiamento di paradigma, da malattie croniche a salute cronica.
L’invecchiamento della popolazione si accompagna ad un aumento delle patologie croniche, la maggior parte delle quali è causata da scorrette abitudini di vita: diete ipercaloriche e ricche di cibi processati, sedentarietà, alcool, fumo. La spesa sanitaria per curare obesità, diabete, sindrome metabolica e altre patologie correlate è quindi enorme e sarà praticamente insostenibile nei prossimi anni. È perciò urgente che si cambi il paradigma della sanità e che si pensi in termini di prevenzione piuttosto che di cura.
Come attuare il cambiamento?
Solo attraverso un processo di educazione delle persone da parte di medici e altre figure come il nutrizionista, lo psicologo, lo specialista dell’esercizio fisico si può pensare di modificare lo stile di vita abbattendo il rischio di insorgenza di malattie e creando le basi per una longevità sana e più economica.
Nella pratica, questo cambiamento dalla cura alla prevenzione implica un approccio completamente diverso nei confronti delle persone e la creazione di strutture che diffondano la cultura del benessere.
In Vitalia ci occupiamo proprio di questo. Il nostro staff è preparato e dedicato a questo tipo di intervento perché da 20 anni abbiamo cercato di migliorare la qualità di vita di coloro che si rivolgono a noi attraverso un processo che, partendo da un esame clinico-funzionale, arrivi a formulare un piano concreto e personalizzato che fondamentalmente trova nell’esercizio e nell’alimentazione individualizzati la strada per raggiungere una situazione di benessere psicofisico e rimanerci più a lungo possibile.
Il nostro approccio.
Il programma per la longevità in salute deve basarsi sulle capacità fisiche attuali e partire da queste per migliorare le tre qualità di base della forma fisica: resistenza, forza e flessibilità. Quindi, l’allenamento deve essere definito in maniera precisa sia nelle tipologie di esercizi sia nell’intensità e quantità dei carichi.
Il tutto deve essere finalizzato all’obiettivo che si intende raggiungere negli anni a venire. Se l’ambizione è quella di vivere tranquillamente in autosufficienza, passeggiando e muovendosi in sicurezza, il piano di esercizio sarà molto tranquillo; se invece i desideri sono di continuare a praticare uno sport impegnativo, il programma sarà più intenso. Infine si dovranno considerare eventuali patologie già esistenti che potrebbero essere l’ipertensione o diabete o problematiche di tipo ortopedico e adattare gli esercizi di conseguenza.
Il fattore stress entra nella valutazione iniziale in quanto è possibile “misurarlo” dal punto di vista fisiologico e mettere in pratica azioni mirate per contrastarlo, come ad esempio la respirazione guidata, tecniche di mindfulness, determinati tipi di esercizio e igiene del sonno.
L’analisi precisa della composizione corporea è altresì fondamentale per guidare le corrette scelte sul piano nutrizionale. Valutare lo stato di infiammazione, l’idratazione, la massa muscolare e la massa grassa ci permette di scegliere correttamente il tipo di alimenti, il loro timing e eventuali integratori.
L’utilizzo dei dati ottenibili dai wearable, movimento, sonno, stress, allenamento, consente di chiudere il cerchio e di basare l’intervento su elementi obiettivi invece che su sensazioni soggettive.
In fondo il processo per il raggiungimento di una longevità è tanto semplice quanto sofisticato: si tratta infatti di saper valutare lo status quo della persona e da questo partire per raggiungere gli obiettivi desiderati, controllando i vari aspetti dell’intervento con l’allenamento, l’alimentazione, il supporto motivazionale verso un cambiamento dello stile di vita.
In Vitalia il programma per la longevità in salute si chiama “Next me” proprio perché ognuno desidera diventare un se migliore cambiando con gradualità e senza “accelerazioni” brusche, controllando ogni aspetto del percorso nel rispetto delle proprie caratteristiche e capacità.
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30-60-90? Non stiamo dando i numeri. Cerchiamo piuttosto di capire di quanti grammi/ora di carboidrati abbiamo bisogno quando corriamo una maratona o una mezza.
Semplifichiamo subito il problema dicendo che per la mezza maratona, se si è seguita una corretta alimentazione il giorno prima e se la colazione ha fornito un quantitativo di 4-5g/kg di peso di carboidrati a basso indice glicemico, dovrebbe bastare un gel subito prima della partenza.
Più complicato il discorso per la maratona o per un trail dalle 3 h in su. In questo caso è infatti necessario assumere costantemente i carboidrati per poter mantenere ritmi medio alti e non incorrere nel “bonk” che è il classico rallentamento da esaurimento delle scorte di zuccheri.
Che i carboidraita servano è chiaro, vediamo ora in che quantità assumerli per evitare di eccedere con il rischio di incorrere in disturbi intestinali o di prenderne troppo pochi e calare nella prestazione.
Per fare i conti dobbiamo partire dagli ipotetici consumi di calorie dell’atleta che dipendono da 2 fattori: peso e capacità aerobica. Infatti tanto più un atleta è pesante e veloce tanto maggiore sarà la quantità di calorie/h consumate.
Facciamo un esempio: atleta A, peso 60 kg, velocità di corsa 6’/km consumerà circa 540 kcal/h di cui il 50-70% saranno fornite da carbo, quindi 250-300 kcl che proverranno dalle scorte epatiche e muscolari e quindi basteranno circa 30g/h di integrazione per evitare di svuotare le scorte. Esaminiamo invece un soggetto B di 70 kg che corra a 4’km. In questo caso i consumi saliranno a 950 kcal/h e quindi il fabbisogno orario di carbo, applicando le stesse percentuali salirà a 500-700 kcal/h; anche in questo caso, una buona metà proverrà da muscoli e fegato ma le restanti 250-350 kcal dovranno essere assunte con gel e bevande ed ecco quindi che la dose sarà di 70-90 g/h.
Per riassumere e facilitare possiamo dire grossolanamente che i corridori lenti, quelli da 3h30’ in su, andranno bene con 30-40 g/h, quelli intorno alle 3 h dovranno salire a 50-70 g/h, mentre i più veloci potranno assumere 70-90 g/h.
In conclusione la nostra raccomandazione è comunque quella di allenare lo stomaco ad assumere queste quantità in tutti i lunghi della preparazione e di affiancare alla preparazione delle gara un piano nutrizionale adeguato alla persona e all’obiettivo.
Se stai preparando una maratona, una mezza o un trail contattaci. Insieme studieremo il tuo piano di allenamento e preparazione alla gara affiancandolo a un piano nutrizionale adeguato.
Cosa significa riabilitare?
Per molti il concetto implica il recupero della funzione di un arto o di un’articolazione. Per noi, riabilitare significa ricostruire tutte le capacità fisiche precedenti il trauma per riportare la persona al livello di performance a cui era, solo questo sarà l’obiettivo finale del processo stesso.
Si può quindi partire considerando che la performance rappresenta il punto di sintesi di resistenza, forza e mobilità. Il concetto di performance però è estremamente soggettivo e deve tener conto delle capacità dell’individuo prima dell’evento, della sua età, della sua motivazione e dello stato di salute generale.
Nella fattispecie, un soggetto 70enne che si frattura il femore e che conduceva una normale vita attiva seguirà un percorso riabilitativo molto diverso da quello di uno sciatore 20enne con lo stesso tipo di trauma.
I due percorsi riabilitativi saranno molto diversi per volumi di lavoro, intensità e complessità degli esercizi.
Quello che però accomuna i due interventi è il mix di stimoli di forza, resistenza e mobilità su cui si articola il programma riabilitativo in ogni seduta.
Siamo infatti convinti che la riabilitazione di un arto o di un’articolazione si raggiungano attraverso la ricostruzione del movimento di tutto il corpo , della capacità aerobica, della forza e della coordinazione.
In quest’ottica, la “quantità” di stimoli necessari a recuperare le diverse capacità varia in base alle stesse: la capacità aerobica necessita di una dose di allenamento che va dalle 2 alle 10 ore/settimana, la forza massima richiede invece tempi di applicazione più brevi mentre la coordinazione deve essere recuperata con stimoli frequenti e quotidiani.
E’ anche possibile mixare i diversi stimoli in esercitazioni multifunzionali.
Ad esempio, il cicloergometro può essere impiegato con esercizi in cui si variano la cadenza di pedalata e la resistenza, in questo modo, i muscoli si adattano a contrarsi con velocità e tensione sempre diverse.
Anche negli esercizi di forza, la variazione di velocità e di carico determina un più completo utilizzo della muscolatura e una migliore capacità di adattamento a stimoli esterni.
In conclusione, la riabilitazione è un processo complesso ed individuale che necessita di tanti stimoli e approcci diversificati e che tramite un lavoro quotidiano porta l’individuo a recuperare le capacità perse.
Il team di Vitalia lavora proprio su questi concetti da sempre attraverso l’integrazione di diverse figure professionali e con l’utilizzo di attrezzature tecnologiche che consentono la gestione ottimale dei carichi di lavoro.
Contattaci per prenotare avere maggiori informazioni, insieme valuteremo il tuo stato di partenza per studiare il programma di riabilitazione più adatto alle tue caratteristiche.
L’osteopatia è una disciplina medica alternativa che si concentra sulla diagnosi e il trattamento di disfunzioni del sistema muscoloscheletrico e dei tessuti connessi. Molti professionisti dell’osteopatia ritengono che il ripristino dell’equilibrio e della mobilità nei tessuti del corpo possa contribuire significativamente alla riabilitazione.
Ecco alcune ragioni per cui l’osteopatia può essere considerata utile in questo contesto:
Approccio olistico: Gli osteopati considerano il corpo come un’unità integrata e cercano di identificare e trattare le cause sottostanti dei problemi, anziché concentrarsi solo sui sintomi. Questo approccio olistico può essere benefico nella gestione complessiva della riabilitazione.
Miglioramento della mobilità articolare: Gli osteopati utilizzano diverse tecniche manuali, come la manipolazione articolare e il rilascio miofasciale, per migliorare la mobilità articolare. Questo può essere particolarmente utile nella riabilitazione dopo lesioni o interventi chirurgici.
Riduzione della tensione muscolare: L’osteopatia mira a ridurre la tensione e migliorare la funzione muscolare. Ciò può essere cruciale nella riabilitazione, poiché i muscoli sani e funzionali sono essenziali per il recupero da lesioni o per evitare complicazioni durante la riabilitazione.
Miglioramento della circolazione: La manipolazione e le tecniche osteopatiche possono favorire il miglioramento della circolazione sanguigna e linfatica, facilitando il trasporto di nutrienti e l’eliminazione delle tossine. Questo può contribuire al processo di guarigione durante la riabilitazione.
Riduzione del dolore: L’osteopatia può aiutare a ridurre il dolore attraverso varie tecniche di manipolazione e rilascio dei tessuti molli. La gestione del dolore è spesso una parte importante della riabilitazione, consentendo al paziente di partecipare più attivamente alle terapie e agli esercizi.
Le tecniche osteopatiche intervengono passivamente quindi senza lavoro da parte del paziente, questo permette di raggiungere gradi di mobilità e barriere motrici maggiori rispetto ad un lavoro attivo.
Per questo motivo è fondamentale affiancare ad un lavoro Osteopatico un esercizio funzionale (attivo) mirato e specifico sulle caratteristiche morfologiche e prestative individuali che vada a rinforzare le strutture muscolari più deboli ed allo stesso tempo garantisca nel tempo un mantenimento posturale efficiente.
Questa sinergia permette alla persona in una prima fase di migliorare la percezione del dolore ed efficientare il movimento successivamente imparare a controllarlo, a conoscerlo ed infine diventare autonoma nel mantenimento dello stato di salute e benessere.
In Vitalia crediamo quindi che la comunicazione e lo scambio tra diverse figure medico, osteopata, fisioterapista, chinesiologo/a sia alla base di un percorso vincente per ottenere risultati e mantenerli più a lungo possibile agendo preventivamente sul rischio ricadute ed infortuni.
Contattaci per prenotare avere maggiori informazioni, insieme valuteremo il tuo stato di benessere per studiare il programma più adatto alle tue esigenze.
Anna Carlin, Biologa Nutrizionista, fa parte del Team Vitalia dal 2022, il suo approccio è basato su una grande attenzione alla qualità degli alimenti, una personalizzazione del piano di intervento e sul ricorso a tecnologie moderne per controllarne i risultati.
Ecco cosa ci racconta.
“Ogni persona è unica, ha una sua storia e una sua genetica, uno stile di vita diverso da ogni altro e, addirittura, un microbiota intestinale tutto suo. Questo fa sì che anche il piano nutrizionale di ogni paziente debba essere personalizzato, come un abito sartoriale.
L’approccio funzionale utilizza il cibo e la combinazione degli alimenti con lo scopo di creare un piano nutrizionale “terapeutico”. L’attenzione viene posta sulla scelta consapevole e la qualità degli alimenti, sull’assumerli in modo che supportino la condizione metabolica individuale per raggiungere uno stato nutrizionale ottimale.
Anche i metodi di cottura dei cibi acquistano grande importanza perché possono attivare o meno alcune funzioni degli organi, migliorando la sintomatologia dei più frequenti disturbi quali la stipsi, il reflusso esofageo o la dispepsia – continua la Biologa Nutrizionista Anna Carlin.
Un esempio?
Facciamo un esempio con la gestione dei grassi nell’alimentazione per modulare l’infiammazione. Oggi sappiamo che i grassi trans e idrogenati, saturi e prodotti ricchi di omega-6 aumentano i livelli di infiammazione della cellula. I grassi monoinsaturi (olio d’oliva, avocado, noci, mandorle, ecc.) e grassi omega-3 presenti nel pesce pescato agiscono sui i livelli di infiammazione e migliorano notevolmente la qualità della membrana cellulare. Ecco che un’integrazione adeguata e personalizzata diventa un utile strumento per ridurre l’infiammazione e investire su un approccio anti-aging.
E nello sport?
Durante l’allenamento il corpo richiede un’alimentazione differente da quella che si pratica quotidianamente.
Quando lo sforzo fisico supera le fisiologiche capacità di adattamento da parte dell’organismo si può arrivare a uno stato di infiammazione cronica latente.
La Nutrizione Funzionale nello sportivo riconosce le esigenze individuali della persona e si concentra su quei fattori che possono compromettere la performance. Bisogna agire sull’asse del cortisolo e rifornire l’organismo dei nutrienti indispensabili, limitando lo stress ossidativo e inutili oscillazioni glicemiche.
Oltre all’assunzione di macro e micro nutrienti fondamentali a soddisfare le necessità dell’organismo, diventa importante anche il timing dell’assunzione degli alimenti per gestire al meglio i rialzi di glicemia. Presso Vitalia ci avvaloriamo di strumenti all’avanguardia di ultima generazione per la misurazione della glicemia, il sensore Supersapiens. Questo strumento monitora in tempo reale gli andamenti degli zuccheri nel sangue e permette di intervenire non soltanto sull’alimentazione, ma anche su fattori esterni legati allo stress o al sonno che interferiscono con una corretta gestione ormonale dell’organismo.
In questo modo, le prestazioni migliorano, il recupero muscolare viene correttamente supportato, si aumenta la resistenza e si lavora sulla riduzione del senso di affaticamento fisico.
Insomma, che siate sportivi professionisti, amatori o semplicemente siete alla ricerca di uno stile di vita migliore e di abitudini sane che innalzino il vostro stato di salute non sottovalutate le abitudini alimentari.”
Contattaci per prenotare la tua visita nutrizionale o avere maggiori informazioni, insieme valuteremo quale è il percorso nutrizionale più adatto alle tue esigenze e alla tua persona.
La maratona di Berlino di Edo: 42 km corsi con gambe, cuore e tanta testa!
Partire dal 2.49 di Valencia dello scorso dicembre con il desiderio di migliorarsi ha subito posto l’asticella in alto.
Infatti, per un amatore che lavora e che ha una vita sociale non è facile seguire un programma finalizzato ad un obiettivo così ambizioso e che per forza di cose prevede volumi ed intensità sicuramente impegnativi.
Raccolta la sfida, siamo partiti a aprile con la consueta batteria di test per valutare quanto era stato perso nei mesi di riposo invernali sia in termini prestativi che di composizione corporea.
IL PROGRAMMA.
Il quadro della situazione indicava che bisognava recuperare 12-15”/km sul ritmo gara e perdere 2,5-3 kg di grasso accumulato nei mesi di stop di gennaio e febbraio.
Il programma di allenamento è stato impostato puntando nella prima fase a recuperare i valori di soglia e di VO2max del precedente picco di forma. Le sedute sono quindi state organizzate su ripetute brevi (200-500 m.) e su allenamenti progressivi dal medio alla soglia.
Si è sempre posta molta enfasi sul ricercare una cadenza di corsa tra 185 e 190 passi/minuto per mantenere la massima efficienza.
Fino a Luglio è stato inserito un allenamento settimanale al fondo lungo-fondo medio a digiuno per favorire l’utilizzo dei grassi e “insegnare” al muscolo a risparmiare glicogeno.
In questi mesi si è sempre posta molta attenzione al sonno e al recupero preferendo alleggerire il programma ogni volta che le sensazioni ed i numeri di HRV (Heart Variability Rate) non erano buoni, questo perché un allenamento intenso condotto in condizioni critiche è più dannoso che utile.
Edo infatti dice che: “Mi sono trovato bene in quanto è stato fatto un pacchetto su misura per me che mi ha permesso di conciliare perfettamente gli impegni quotidiani (lavoro, impegni personali, viaggi) con gli allenamenti. Il grande vantaggio è il fatto che, man mano che si va avanti nel programma di allenamento, il monitoraggio continuo e i test permettono di fare degli aggiustamenti per renderlo ancor più efficace.”
Nei 2 mesi finali il focus si è spostato sull’efficienza della corsa al ritmo gara, si sono quindi aggiunti dei lavori sui 4000 e nei lunghi si è cercato lo split negativo con la seconda metà della distanza corsa 5-7” sotto il ritmo gara.
Infine, nelle ultime settimane abbiamo pianificato un tapering progressivo, calando gradualmente il volume e mantenendo dei richiami dell’intensità.
Il Sabato, i numeri di gara dicevano “Peak” e un tempo gara previsto di 2.43.
Edo ci ha creduto ed ha condotto una gara perfetta con degli split assolutamente perfetti ed il risultato è stato…2.43!
TAKE HOME MESSAGE.
La Maratona è una gara che si imposta sui dati.
Il riposo ed il recupero sono importanti quanto l’allenamento.
Il programma deve essere costantemente adattato alle necessità individuali.
Il tapering deve essere programmato nel dettaglio.
Contattaci per prenotare la tua visita o avere maggiori informazioni. Con un programma data driven studiato su misura e con un monitoraggio costante degli allenamenti e dei parametri personali ti accompagniamo nel percorso di preparazione alla maratona più adatto a te.