Nome: Claudia
Team Vitalia dal: 2007
Formazione: Laurea in Scienze Motorie, Master in Traumatologia e Riabilitazione Sportiva

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Dal mare della Sardegna alla nebbia del Piemonte. Che cosa ti ha portata qui?

Dopo la laurea sono venuta a Torino per il Master. Ero preoccupata: il mio percorso sembrava chiudermi tutte le strade. Rimanevano solo la palestra e la scuola che sono ambiti un po’ limitati rispetto all’iter degli studi. Non mi vedevo in un ambiente chiuso, al lavoro su sport individuali (ho giocato a lungo a pallavolo). Poi il mio interesse è variato più verso la riabilitazione sportiva.

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E hai conosciuto Massimo.

Cercava laureati in Scienze motorie e mi ha convinta subito: credeva nella mia formazione. Prima di cominciare con Vitalia sono tornata nella mia Sardegna per un’esperienza al Forte Village. Dopo l’estate ho iniziato qui in via della Rocca.

Sotto le ali di Eva…

Mi ha aiutata tanto. Mi ha insegnato soprattutto a rapportarmi con le persone: prima di definire un programma bisogna ascoltarle, prima dell’esercizio capirle. Solo così si ottengono risultati. La cosa più difficile è proprio creare empatia con il paziente: lui deve avere fiducia in me perché sto lavorando con la sua salute!

Come fai con gli sportivi infortunati?

 Il primo step è rincuorarlo: nella vita di uno sportivo l’infortunio va accettato, è inevitabile! Insomma affronto la situazione innanzitutto dal punto di vista psicologico: spesso la persona è demoralizzata e non vede l’ora di recuperare. Ha interrotto i suoi sogni, non solo la sua attività: per questo si lamenta (in più c’è il dolore fisico) e si innervosisce. Serve tanta pazienza, ma è il bello del mio lavoro: ho avuto un sacco di soddisfazioni. Quando un paziente mi dice “sono tornato a sciare” è una vittoria!

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Nella tua carriera di pallavolista hai avuto qualche stop?

Uno solo per fortuna. Mi sono dovuta fermare per una brutta distorsione alla caviglia con rottura del legamento. Mi ha segnata molto perché è successo in un anno decisivo: stavo giocando bene e in una categoria importante.

Ti alleni ancora?

Ho smesso per ragioni logistiche. Poi mi sono dedicata al beach volley indoor, adesso al tennis.

Com’è cambiata Vitalia in questi anni?

Quando sono arrivata era appena nata e Massimo stesso voleva sviluppare la sua idea. La mia passione per la traumatologia e riabilitazione ha fatto sì che diventassimo questo: un centro dove si guarda l’individuo a 360 gradi. Oggi non ci occupiamo solo di anziani e ginnastica posturale, ma anche di sportivi, diabetici, pazienti con disturbi alimentari: proviamo a far vivere meglio qualsiasi persona.

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La partenza per le vacanze è un momento abbastanza stressante e allora quest’anno ho deciso di affrontarla a modo mio.

La meta è tradizionale: Sardegna, meno di due ore di macchina fino a Genova e poi traghetto. Però…

Però si può renderla più avventurosa. Per esempio partendo da casa in bici. Pianifico l’itinerario e via. Appuntamento a Voltri con la famiglia che arriva in ammiraglia.

La prima parte è noiosa, tra campi di granturco piatti come quelli dell’Illinois, poi il percorso migliora con i saliscendi dolci ed i boschi dell’Astigiano. Seguono le vigne bellissime del Monferrato e si plana su Nizza Monferrato per panino e Coca. Avanti verso Acqui con la sua bellissima piazzetta con l’acqua delle terme. Si riprende, sempre tra le vigne, verso Ovada, pedalando su crinali spettacolari. Fa caldo. Nella testa mi risuona Paolo Conte: “Genova per noi“, “Una giornata al mare“, “Bartali“.

C’è un po’ di venticello ma il sole picchia.

Le borracce vanno via una dopo l’altra. Inizia la dolce risalita verso il Turchino. Ora fa più fresco nei boschi della valle Bormida. I borghi, RossiglionePrato Ligure, che non avevo mai visto facendo l’autostrada, sono delle perle.
Arriva il valico che, nella sua modesta altitudine, è comunque un luogo significativo. Una galleria di 200 m e poi la vista sul mare. Meritato gelato al bar del valico e poi stupenda planata su Genova.

È fatta. In solitudine e pensando a quanto è maledettamente bella la nostra Italia.

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Le foto della pedalata: riconoscete i paesaggi?