Riprendiamo il discorso sull’ability training per eliminare i dubbi: runners, ciclisti, sciatori, calciatori, sportivi tutti, non basta allenare il gesto tecnico! Alle vostre corse, pedalate, scarpinate, o partite dovete necessariamente aggiungere un lavoro di rinforzo muscolare finalizzato allo sviluppo delle vostre abilità di base (che cosa significa essere abili? Lo spieghiamo qui). Solo così ridurrete gli infortuni, vi sentirete meglio e soprattutto arriveranno i risultati. Un esempio? Se ciondolate sulla bicicletta una salita vi costerà il doppio della fatica: il problema non saranno le gambe ma la mancanza di stabilità. In una parola: non vi servono km ma dovete potenziare il core, cioè gli addominali profondi, che controllano la vostra posizione in sella, con esercizi come questi. Quando li avrete imparati bene sarà ora di complicarli, come vi suggeriamo qui sotto: fate attenzione a non saltare i passaggi. E non dimenticatevi di procurarvi una fitness ball!

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L’ability training prevede una progressione di esercizi fondata sul rispetto delle regole con cui sono classificati i vari movimenti. Tale classificazione va a costituire una scala di difficoltà che tiene conto dei punti di appoggio, del numero di piani su cui si svolge l’esercizio e del fatto che durante l’esercizio ci sia o no spostamento dal punto di partenza. In tal modo si riesce a costruire una progressione razionale fornendo stimoli sempre allenanti e che aumentano gradualmente il livello di abilità della persona.

Gli esercizi di questa settimana rappresentano uno step più avanzato rispetto ai precedenti e richiedono maggiori doti di forza e coordinazione in quanto i punti di appoggio sono stati ridotti da 4 a 3.

Buon allenamento!

Esercizio 1

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Esercizio 2

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Esercizio 3

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Esercizio 4

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Le mani afferrano il manubrio, i piedi sono saldamente agganciati ai pedali, le gambe spingono con forza, le braccia tirano. Quanta forza viene trasferita alla bici! Forse è il caso di rilassarsi un po’ (qui trovate i consigli della nostra psicologa: la presa sul manubrio dipende dalla testa!): non saranno le braccia a portarci in vetta.

Ma in mezzo, tra le spalle ed il bacino, c’è una zona che se ben allenata potrebbe fare la differenza. E’ la zona addomino-lombare, altrimenti chiamata core, dove alloggia il centro di gravità del corpo umano. E’ la zona dove originano i movimenti, quella che più di ogni altra si occupa di stabilizzare il tronco e di far sì che la forza esercitata dagli arti venga trasmessa senza perdite di potenza.

Che cosa significa?

GIRO D'ITALIA - STAGE TWENTY

Kiryienka si arrampica sul Colle delle Finestre

Osserviamo la pedalata di un professionista: si vedrà molto bene come spalle e bacino, cingolo scapolo-omerale e cingolo pelvico, siano perfettamente immobili e allineati. Se invece prendiamo le immagini di un ciclista in crisi o allo stremo delle forze, noteremo come il bacino oscilli sul sellino e come le spalle si muovano ad ogni pedalata. Questo è il segno inequivocabile di un affaticamento muscolare che altera l’azione rendendola ancora più dispendiosa.

Ecco quindi che, come nella corsa, l’allenamento di quel “corsetto” anatomico che costituisce il giro vita e che è composto da ben 26 muscoli riveste una grande importanza per un preciso trasferimento di forza al telaio ed ai pedali.

[button color=”red” size=”small”]Poco importa avere muscoli delle gambe fortissimi se poi una parte di questa forza viene dissipata da un bacino che rolla vistosamente ad ogni pedalata.[/button]

Quali sono gli esercizi per il ciclista per l’allenamento del core? Per capire quali sono gli esercizi, bisogna prima spiegare come sono organizzati i muscoli del core. Possiamo dividerli in due gruppi: muscoli profondi e muscoli superficiali. I muscoli profondi controllano la respirazione, contengono i visceri e stabilizzano i segmenti. I muscoli superficiali sono responsabili della stabilità posturale, della resistenza a carichi esterni e dell’attivazione dei movimenti con trasferimento di energia.

Per il loro allenamento dovremo rispettare una sequenza che rispecchi le loro funzioni. La sfida è sollecitare i muscoli profondi, quelli che spesso si trascurano. Con questi esercizi il risultato è garantito.

Schiena a terra, braccia distese sopra il capo, effettuiamo una serie di respirazioni, ad ogni espirazione immaginiamo di retrarre l’ombelico schiacciando le vertebre lombari a terra. Alterniamo il movimento delle braccia e delle gambe come nella foto.

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Adesso giriamoci pancia a terra e, poggiando la punta dei piedi e gli avambracci, solleviamo la pancia da terra mentre espiriamo.

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L’ideale sarebbe svolgerli almeno 3 volte/settimana arrivando ad eseguire 3 serie da 12 ripetizioni per ogni esercizio. Quando si è presa confidenza, si può passare ad esercizi più complicati, sostituendo la superficie rigida del pavimento a quella instabile di uno strumento come la Fitness Ball. Nei prossimi articoli vi daremo qualche suggerimento!

Buon allenamento e vedrete come vi sentirete più stabili in sella!

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Che non si corra solo con le gambe l’abbiamo già detto.

Per questo abbiamo convinto anche Charlotte ad aggiungere al suo programma di uscite una parte di esercizi per il rinforzo muscolare. Non i soliti lavori con manubri, bilancieri o macchine isotoniche ma una routine a corpo libero finalizzata a migliorare il controllo statico e dinamico del “core” (ovvero della zona del giro vita).

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Running Charlotte si allena guidata da Claudia

È il core, infatti, con i suoi 26 muscoli, l’area del corpo umano deputata a mantenere la stabilità durante la corsa: su di essa si scaricano le forze generate ad ogni impatto dei piedi con il terreno e quelle generate dalle spalle e dalle braccia che cercano di opporvisi.

Immaginiamo insomma che il corpo si muova grazie a catene muscolari che hanno un decorso obliquo (vedi immagini sopra e sotto) e che i singoli anelli di queste catene – ovvero i muscoli – debbano attivarsi in sincronia ed in armonia.

core

Il programma con cui si allena Charlotte prevedeva inizialmente dei movimenti che partono dalla posizione orizzontale e che attraverso la riduzione dei punti di appoggio sollecitano la catena cinetica anteriore e posteriore. Si tratta in pratica di mantenere la posizione in appoggio su mani e piedi e di sollevare prima un braccio, poi una gamba, poi un braccio e la gamba opposta.

Una volta in grado di eseguire correttamente questo primo step, siamo passati ad esercizi in posizione verticale svolti sul posto o con spostamenti in avanti ed indietro. Affondi e affondi con torsione sono gli schemi di movimento fondamentali su cui si è lavorato.
Basta una ventina di minuti tre volte alla settimana per vedere i risultati: aumenta la qualità della corsa e al cronometro si migliora in modo proporzionale. Se poi ci si allena con la passione di Charlotte… gli effetti raddoppiano!

Contattaci per allenarti anche tu come Charlotte. Per iniziare subito puoi guardare un’altra video-dimostrazione.

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Charlotte chiama Vitalia è una storia di amore per i dettagli. E’ l’incontro digitale-podistico di una runner-blogger e di un medico dello sport 2.0.

Running Charlotte registra ogni km sul suo blog. Vive a due passi da Vitalia, ma ci ha conosciuti su Twitter… quando ci ha cercati non abbiamo avuto dubbi: un’atleta così bisogna allenarla online!

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Per questo da oggi il nostro blog ospiterà una sezione speciale con il racconto dei suoi progressi. Di settimana in settimana vi aggiorneremo: i ritmi saranno serrati, abbiamo un obiettivo preciso. Anzi, un traguardo: quello della DeeJay Ten di Firenze, il prossimo 18 maggio. La gara richiede di curare alla perfezione ogni aspetto della corsa: sono solo dieci km, bisogna andare a tutta.

Il lavoro di Charlotte si dividerà in varie fasi, e prevede, oltre all’allenamento individuale, test specifici e sedute da Vitalia.

Si parte con un classico test del lattato sul treadmill per verificare la velocità e la frequenza cardiaca a cui correre il lungo, il medio e le ripetute. In base al risultato del test si costruirà anche il programma d’allenamento finalizzato ad una gara ad alta intensità come sarà appunto la DJ10.

Eseguiremo quindi l’analisi biomeccanica della corsa per capire il tipo di corsa di Charlotte e verificare che le scarpe scelte siano adatte al suo tipo. Il test è condotto sempre sul treadmill con il sussidio di un sw che analizza gli impulsi che arrivano da due barre a raggi infrarossi collocate sui bordi del tappeto. Ad ogni impatto del piede, le barre mandano un impulso che viene elaborato dal programma calcolando così tempo di contatto e tempo di volo, tipo di appoggio, simmetria dx-sx, frequenza e lunghezza della falcata. Il tutto è anche filmato con due telecamere che permettono di approfondire, fotogramma per fotogramma, tutte le fasi della corsa.

Da ultimo, si passa alla valutazione della forza e della core stability, perché come abbiamo detto spesso, non si corre solo con le gambe.

Gli esercizi del piano di allenamento di Charlotte serviranno a migliorare la sua tecnica di corsa e la sua stabilità, contribuendo attivamente alla prevenzione di infortuni.

A presto!

Qui puoi leggere l’articolo di Charlotte:

Vitalia chiama Charlotte

Chiamaci per allenarti anche tu come Charlotte.

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