Migliorare la corsa: ThePerfectRUN Classes

ThePerfectRUN è il progetto Vitalia per aiutare gli atleti a migliorare la corsa

Photo by Emma Simpson on Unsplash

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Vuoi migliorare la corsa ed ottenere un gesto tecnico più fluido, riducendo il rischio di infortuni da sovraccarico? A partire da Ottobre ThePerfectRUN, il progetto di Vitalia Salute dedicato al Running organizza le PerfectRUN Classes.

Di cosa si tratta?

Le PerfectRUN Classes sono una serie di incontri/clinic/valutazioni funzionali dedicati ad argomenti specifici orientati al miglioramento della biomeccanica di corsa, all’apprendimento di strategie per ottenere migliori performance ed ottenere una maggiore fluidità e controllo del movimento.

A chi è rivolto?

Le PerfectRUN Classes sono rivolte a tutti i Runner. Dal principiante all’atleta esperto troveranno un metodo di valutazione e allenamento basato sulle evidenze scientifiche per migliorare gli aspetti tecnici, posturali e biomeccanici della corsa.

Ogni Classe sarà composta da un massimo 5 persone.

Quando si svolgerà?

A partire da Ottobre, tutti i martedì sera dalle 19,00 alle 20,30 circa. Ogni Classe sarà composta da 5 incontri.

Dove si svolgerà?

Presso il Centro di Medicina dello Sport, Vitalia Salute, in via della Rocca 22, Torino.

Come si svolgerà?

Ogni incontro sarà così strutturato:

  1. Clinic e indicazioni teorico/pratiche relative all’argomento trattato
  2. Valutazione funzionale e rilascio di un report individuale
  3. Indicazioni sulle metodologie ed esercitazioni più adatte relative all’argomento trattato

Quali saranno gli argomenti delle Classi?

Ecco gli argomenti specifici che saranno trattati durante i 5 incontri:

  1. “Più stabili più veloci”: il ruolo della propriocezione nella corsa, con valutazione su pedana stabilometrica
  2. “La colonna del Runner”: le componenti di stabilità e mobilità della schiena, con valutazione funzionale e posturale (attraverso video analisi) della mobilità del rachide
  3. “Catene Muscolari e Running”: il ruolo delle catene muscolari nella corsa, con valutazione funzionale (attraverso video analisi) delle eventuali retrazioni delle catene miofasciali
  4. “Correre con il Core”: la stabilità del core come fattore preventivo e prestativo, con valutazione funzionale della core stability
  5. “La giusta Cadenza”: l’analisi del passo nel Running tra cadenza e ampiezza della falcata, con valutazione su treadmill con l’utilizzo del sistema OptoGait

I partecipanti alle classi potranno poi svolgere, su appuntamento ed a prezzo agevolato, le seguenti valutazioni:

  1. Analisi della composizione corporea con sistema BIA di Biotekna, in gardo di stimare sia le componenti quantitative della composizione coprorea (% massa magra, % massa grassa ecc) sia le componenti qualitative (stato di infiammazione del sistema, rischio di osteopenia, stato di idratazione ecc)
  2. Test di soglia con prelievo del lattato ematico, con individuazione della soglia aerobica, anaerobica e del VO2max ed analisi della biomeccanica di corsa tramite video-analisi.

Il programma specifico per ogni Classe verrà indicato all’apertura delle iscrizioni della Classe.

Perchè partecipare alle PerfectRUN Classes?

Le PerfectRUN Classes hanno l’obiettivo di migliorare la corsa nella sua dinamica riducendo il rischio infortuni e permettendo un miglioramento della performance, grazie alla valutazione di parametri biomeccanici specifici per la corsa e all’apprendimento di metodi ed esercizi specifici.

Se vuoi migliorare la tua tecnica di corsa e ottenere un gesto più fluido le PerfectRUN Classes fanno al caso tuo.

Per ogni Classe sarà rilasciata una valutazione funzionale relativa al tema specifico trattato, questo ti permetterà di ottenere dati oggettivi per individuare le aree da migliorare nel tuo gesto atletico.

Quanto costa migliorare la corsa con Vitalia?

Il costo individuale per ogni classe di 5 lezioni è di 75€(15€ a incontro). La classe verrà attività con un minimo di 3 partecipanti ed un massimo di 5.

Come iscriversi?

Ci si può iscrivere inviando una mail a: mattiaroppolo@gmail.com indicando: Nome, Cognome, Età.

Ci sono ulteriori indicazioni?

I partecipanti dovranno presentare un certificato medico agonistico o non agonistico per la pratica di attività sportiva.

Si prega i partecipanti di presentarsi con abbigliamento sportivo.

Spogliatoi e docce sono a disposizione dei partecipanti.

Indoor Cycling, allena meglio della strada!

Indoor Cycling? Tutti i vantaggi!

Arriva la brutta stagione, ma non per questo si deve rinunciare all’allenamento. Anzi, l’indoor cycling ossia la pedalata su ciclosimulatore, non è un’attività di ripiego per l’inverno, anzi è un allenamento più efficace e più preciso di quello su strada.

Per questo Vitalia ti offre un programma di allenamento con sedute di Indoor Cycling personalizzate su Mycycling Technogym, il miglior strumento di allenamento per il ciclista.

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Cosa significa personalizzate?

La nostra esperienza nell’allenamento degli atleti è basata su un approccio scientifico e su dati accurati. Ogni seduta è costruita con variazioni di potenza e cadenza per il miglioramento della forza specifica e dell’efficienza di pedalata. L’intensità dello sforzo è calcolata con precisione in base alla soglia anaerobica individuale, l’app Mycyclng (IOS e ANdroid) varia automaticamente la resistenza e permette al ciclista di focalizzarsi nel tenere sotto controllo la cadenza visualizzando la simmetria e la rotondità di pedalata.

 

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Come funziona l’indoor Cycling da Vitalia

Per chi è adatto il training Indoor Cycling

Il programma Vitalia Indoor Cycling è per tutti coloro che vogliono presentarsi in forma all’inizio della prossima stagione.

L’allenamento permette di migliorare fino al 10% la propria potenza in watt alla soglia.

Le sedute possono essere ulteriormente personalizzate in base alla disciplina praticata: strada, MTB, Triathlon.

Per prenotazioni ed informazioni: 011- 19508753,  info@vitalia-salute.it

 

Siamo a tua disposizione per ulteriori informazioni

Faro Sky Race Challenge VK – prova sul campo

Il panorama delle sky race, dei trail running e dei vertical kilometer (VK) è in una fase di grandissima espansione e fermento. C’è sempre più voglia di correre in montagna e gareggiare a stretto contatto con la natura. I panorami sono spesso mozzafiato e ripagano sempre la fatica delle salite percorse. In questo settore così rigoglioso, è nata quest’anno una nuova manifestazione estremamente interessante di cui Vitalia è diventata partner. Stiamo parlando della Faro Sky Race Challenge, che si svolgerà il 24 Settembre a Sauze d’Oulx (ad un’ora da Torino).

Due le proposte agonistiche lanciate dagli organizzatori, capitanati dal grande Simone Eydallin, atleta di casa ed uno dei migliori interpreti dei VK in Italia: il Vertical (4,5km – 1.000mt d+) e la Sky Race (17km, 1.700mt d+). Due modalità diverse che consentiranno a tutti, dagli amanti dell'”only up” ai grandi discesisti, di cimentarsi su percorsi fantastici in un ambiente alpino degno di nota.

La gara sta già prendendo forma, e la scorsa settimana abbiamo colto l’occasione e siamo andati a provare il percorso del VK.

Ecco di seguito le nostre indicazioni:

La gara vertical, così come per la sky race, prenderà avvio dal centro abitato di Sauze d’Oulx, nella centralissima  Piazza 3° Reggimento Alpini, passando per le vie del paese fino all’imbocco della pista da sci Clotes. Da questo punto, le pendenze inizieranno a salire, anche se, grazie al bel fondo battuto, la prima parte della salita risulta comunque corribile. Quasi giunti alla borgata Clotes, la gara piega a sinistra, lasciando il tempo di prendere fiato con un tratto quasi pianeggiante. Per almeno un altro km si procede su sentieri o strade sterrate molto agevoli, corribili e veloci. Questa prima parte di gara risulta davvero filante e veloce. Di sicuro anche gli stradisti puri riusciranno a correre agevolmente questo tratto.

E la seconda metà della Faro Sky Race Challenge?

Da metà gara in poi, il gioco cambia. Lo si capisce subito, quando il percorso vira bruscamente a destra, passando da strada sterrata in sentiero su terreno erboso. Pendenze arcigne, ma nuovamente un fondo che mette tutti nelle condizioni di salire agevolmente senza incorrere in nessun rischio. Passati tre “tagli” su sentiero, si entra sulla vecchia pista 40 del Genevris. Anche in questo caso le pendenze sono notevoli e la fatica inizia a farsi sentire. Fortunatamente, al termine di questo settore, si torna a girare a sinistra riprendendo i prati che alternano tratti molto ripidi ad altri più corribili. In brevissimo tempo si arriva ai piedi dell’ultimo strappo. Ci si trova già sotto il Faro degli Alpini posto sul Monte Genvris (2536mt slm). È il tratto più impegnativo, le gambe già affaticate si trovano a spingere su un terreno bello ma tecnico e molto ripido. Ma sono gli ultimi minuti di fatica, prima di raggiungere la vetta e riprendere fiato davanti ad un panorama straordinario a 360°.

Il percorso del VK è davvero bello, filante e scorrevole nella prima parte, più impegnativo ma per nulla rischioso nella seconda. La gara di sola salita è davvero accessibile a chiunque, con un po’ di preparazione, voglia sfidare un chilometro verticale, godendosi anche il panorama.

Gli organizzatori stano svolgendo davvero un gran lavoro, tant’è che il tracciato è già completamente segnato, indicato e pulito. Pronto per essere provato da runner e camminatori di montagna.

Il nostro giudizio finale sulla Faro Sky Race Challenge?

Una gara bella e tecnicamente accessibile a tutti. Non presenta tratti rischiosi o esposti e può essere svolta in massima sicurezza. Assolutamente da fare!

Per maggiori informazioni: www.faroskychallenge.it

 

App per allenamento? La tecnologia insieme al tuo coach

Può un app per allenamento aiutarti a guarire? La risposta è sì e ora vi illustriamo come.
È esperienza comune, oltre che comprovato da ricerche mediche, che sia meglio fare delle brevi sessioni di esercizio per interrompere periodi prolungati di immobilità anziché concentrare il movimento in poche e  lunghe sessioni di attività motoria dopo aver trascorso lunghe ore di inattività.

Questo è vero, soprattutto, se parliamo di soggetti in fase di riabilitazione o sedentari che, a causa del decondizionamento fisico, non riescono a sostenere allenamenti prolungati mentre, al contrario, beneficerebbero di brevi sessioni di esercizio distribuite lungo la giornata e durante la settimana. Ma come riusciamo a conciliare questa esigenza con le tradizionali metodologie di lavoro in ambito motorio e riabilitativo?

La tecnologia può venirci in aiuto!app per allenamento prescribe

Premesso che è sempre consigliato effettuare almeno un periodo di esercizio guidato e supervisionato da personale specializzato, utile soprattutto nella fase di apprendimento della corretta tecnica di svolgimento degli esercizi, l’utilizzo di software informatici appositamente progettati per la prescrizione di movimento risulta molto utile ed efficace nel rispondere all’esigenza di aumentare la frequenza delle sessioni di attività motoria svolte in autonomia.

Infatti, grazie all’utilizzo di un’applicazione per smartphone dalla semplice interfaccia, l’utente può visualizzare il programma di esercizi assegnato dal terapista/trainer e svolgere la sessioni ovunque si trovi ed in qualunque momento della giornata, oltre che tenere traccia di tutti gli allenamenti effettuati sia indoor che outdoor. Inoltre, grazie alla possibilità per l’operatore di inserire descrizione, immagini e video per ciascun esercizio, oltre ovviamente alla sua “posologia” (serie, ripetizioni, tempi di recupero), l’utente è costantemente guidato nello svolgimento della sua seduta personalizzata di attività motoria)

app per allenamento a corpo libero

Quali sono i benefici nell’uso di un app per allenamento?

Questo sistema altamente tecnologico presenta dunque numerosi benefici sia per gli operatori, che riescono a creare programmi altamente individualizzati per ciascuno, che per gli utilizzatori che:

ThePerfectRUN il programma per imparare a correre con Vitalia Salute

Si può “imparare a correre”?

Per preparare un evento agonistico, per migliorare il proprio personal best, per imparare a correre “bene”, per evitare il sovraccarico funzionale e limitare l’insorgenza di infortuni, per raggiungere l’obiettivo che hai sempre sognato…nasce un programma dedicato ai Runner di qualsiasi livello! ThePerfectRUN

imparare a correre: corsa al tramonto

Cos’è ThePerfectRUN?

ThePerfectRUN è un progetto dedicato ai Runner che coniuga valutazione funzionale preparazione atletica, chinesiologia e osteopatia.

Una serie di attività dedicate e individualizzate al Runner per migliorare le performance, l’efficienza del gesto e ridurre il rischio infortuni!

Dove si svolge?

ThePerfectRUN ha la sua “base” presso il Centro di medicina dello Sport Vitalia Salute, cento in cui è possibile svolgere tutte le attività necessarie per la valutazione e l’implementazione dei singoli servizi.

imparare a correre: visita da Vitalia

Quali sono le attività per “imparare a correre”?

Il “primo step” di ThePerfectRUN è un set di valutazioni che permetteranno al Runner di conoscere più a fondo il proprio stato fisico/posturale/funzionale/metabolico.

L’insieme delle attività sarà sempre monitorato con una costante analisi di processo, in modo da dare la massima continuità e consistenza al percorso messo in atto.

Inoltre ThePerfectRUN si basa su una architettura modulare, per cui il singolo Runner potrà costruire il proprio “pacchetto” di attività e scegliere come cadenzare le sedute e gli allenamenti.

Chi seguirà il tuo programma di valutazione, rieducazione funzionale e allenamento?

Mattia Roppolo, PhD, Chinesiologo, Oteopata e preparatore atletico nel Running e nel Triathlon. È stato atleta di livello nazionale nel mezzofondo e campione Italiano di Corsa in Montagna.

Massimo Massarini, Medico dello Sport, esperto di fisiologia dell’esercizio e di programmazione dell’allenamento, appassionato runner e scialpinista con esperienza di raid e salite ai 4000 delle Alpi.

Come costruiremo il programma ThePerfectRUN?

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Step 1 – Come funziona la Valutazione funzionale iniziale?

La valutazione iniziale è svolta attraverso 4 modalità operative:

Costi del programma

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Programma di allenamento alle Gran Course

2017 anno di Adamello e Mezzalama, le gare più spettacolari e ambite dagli scialpinisti. Prendervi parte vuole dire curare la preparazione fisica e tecnica, per questo Vitalia Salute ha studiato appositamente il programma di “allenamento Gran Course”!

allenamento Gran Course, discesa in cresta

Se la partecipazione ad una di queste mitiche gare è il vostro sogno vi offriamo il nostro supporto per raggiungerlo.

Chi seguirà il tuo programma di allenamento per la Gran Course?

Giorgio Villosio, Guida Alpina del Collegio delle Guide del Piemonte con un lungo curriculum di gare e con all’attivo 2 edizioni del Mezzalama come caposquadra di team amatoriali.

Massimo Massarini, Medico dello Sport, esperto di fisiologia dell’esercizio e di programmazione dell’allenamento, appassionato scialpinista con esperienza di raid e salite ai 4000 delle Alpi.

foto di gruppo per l'allenamento Gran Gourse

Come costruiremo il programma di allenamento?

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Cosa offriamo per il programma “Allenamento Gran Course”?

test di soglia per l'allenamento Gran Gourse

Test iniziale presso il centro di Medicina dello Sport Vitalia per la misurazione della potenza aerobica, della soglia anaerobica, della composizione corporea e dell’equilibrio neurovegetativo: 150 €

 

Programma di allenamento personalizzato su base mensile con revisione periodica dei risultati: 60€

Un controllo al mese: 70 €

Piano alimentare: 80€

Giornate incentrate sulla tecnica (race di salita e discesa) corsi di più giorni : 50 € a giornata per persona  x gruppi di 4 persone minimo.

Corso di 4 giornate: 180 x 4 persone

Eventuale accompagnamento di Giorgio Villosio come caposquadra nelle più importanti competizioni scialpinistiche (Mezzalama, Adamello, Pierra Menta).

 

Per ulteriori informazioni: info@vitalia-salute.it, giorgiovillosio@hotmail.com, www.montagna360.it

Skialp: allenarsi in città

Allenarsi per lo skialp in città? Si può fare.

La stagione dello skialp è alle porte ma non tutti godono della possibilità di allenarsi negli ambienti adatti: sulla neve o sui sentieri. Allora come possiamo allenarci bene in città? Un buon piano di allenamento ci consentirà di consolidare la preparazione estiva e trasformarla adattandola allo sci alpinismo, possiamo imparare ad “allenarci al cambiamanento”.

Come allenarsi al meglio nel club di fitness.

Abbiamo poco tempo e non vogliamo arrivare impreparati? Ecco come ottimizzare gli allenamenti

skialp: non tutti possono prepararsi in montagna

Se il tempo è tiranno e le montagne lontane, bisogna cercare di puntare almeno sull’intensità dell’allenamento. Una delle tendenze del momento nei club di fitness sono i programmi di HIIT (high intensity interval training). Le sedute di allenamento si basano su sequenze di esercizi che possono durare da pochi secondi (per i lavori di forza) fino a vari minuti (per i lavori aerobici) ed essere eseguiti, nel caso degli esercizi aerobici, con percentuali comprese tra l’80% e il 95% della frequenza cardiaca massima mentre per gli esercizi di forza invece il carico può essere può essere quello che consente di fare al massimo 12-15 ripetizioni

L’allenamento, quindi, consiste nell’alternare periodi di lavoro a periodi di recupero, per una durata totale compresa tra i 20 e i 60 minuti.

Un’altra modalità di eseguire un allenamento ad alta intensità è quella di sostituire la fase di recupero con un altro esercizio, creando quindi una sessione di allenamento estremamente intenso, con una durata molto inferiore agli allenamenti tradizionali. In questo caso l’acronimo HIIT perderebbe una I, quella relativa all’intervallo, e diventerebbe quindi un High Intensity Training (HIT).  Due o tre allenamenti alla settimana possono essere sufficienti a patto di dedicare almeno un giorno del fine settimana ad una uscita in montagna con 1000 m D+.

Abbiamo passato l’estate in bici? Alleniamoci al cambiamento

I mesi estivi sono per eccellenza quelli in cui la bici può essere goduta al massimo, è quindi frequente vedere skialper incalliti accumulare km su km in sella alla specialissima. E bene fanno! La bici mantiene un’ottima efficienza cardiovascolare, aiuta a rimanere in peso (o addirittura a dimagrire) e comporta un basso rischio di incorrere in patologie muscolo-tendinee. Bisogna comunque tenere conto che il ritorno sugli sci non è così automatico. Se la resistenza di base è buona, bisogna comunque pensare che l’azione dei muscoli delle gambe è diversa e che braccia e spalle non vengono allenati quando si pedala. La transizione deve quindi prevedere di effettuare delle uscite in montagna percorrendo delle salite sostenute con l’aiuto dei bastoncini. Con questi allenamenti si ritroverà la spinta degli arti superiori e si utilizzeranno i glutei ed i femorali con un movimento che si avvicina a quello dello scialpinismo. Attenzione ad affrontare le discese! La bicicletta non allena i muscoli alla contrazione eccentrica, quella che si genera scendendo, quando i quadricipiti devono frenare ad ogni passo. Attenzione! Nei 3-4 giorni dopo la prima uscita in montagna sarà naturale accusare dolori muscolari anche intensi che però scompariranno dopo 3-4 uscite di questo tipo.

skialp: preparazione indor

Abbiamo macinato chilometri di trail? Va bene anche per lo skialp?

Se invece l’estate ci ha visto macinare migliaia di metri di dislivello e km di trail, gran parte del lavoro è già fatto. Considerando che la corsa in montagna presenta stimoli neuromuscolari molto vicini e quelli dello skialp, l’unico consiglio è di curare la forza muscolare con esercizi con i pesi: semplici movimenti come trazioni e piegamenti con le braccia, affondi e mezzi squat con le gambe oltre che ai soliti esercizi di core stability saranno la rifinitura indispensabile per presentarsi in gran forma alle prime uscite con sci e pelli.

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Allenarsi indoor: qualche trucco per essere efficaci

Allenarsi indoor è un ripiego?

Allenarsi indoor è considerata una scelta di ripiego per molti ciclisti che preferiscono affrontare i rigori del clima pur di non rinunciare alla strada. Certo, il piacere di pedalare all’aperto è insostituibile ma siamo sicuri che usare un ciclosimulatore, i rulli per capirci, sia solo un ripiego?

Secondo noi, no. Piuttosto cerchiamo di capire quali sono i vantaggi di questo di allenamento e quali gli errori più comuni da evitare.

Quali sono gli errori comuni?

1.Pedalare su un ciclosimulatore poco preciso e che non permette di mantenere il wattaggio impostato indipendentemente dal numero di pedalate (potenza costante): la precisione dell’intensità dell’esercizio è fondamentale per la qualità della seduta.

2. Non conoscere la propria potenza di soglia, al medio ed al fondo lungo: senza queste nozioni è praticamente impossibile organizzare un buon allenamento. Si fanno solo girare le gambe.

3. Allenarsi in un ambiente troppo caldo ma soprattutto senza ventilatore: non ci stancheremo dì ripeterlo, se fa troppo caldo e non c’è ventilazione, la prestazione ne risente.

4. Non variare potenza e cadenza di pedalata: questo è il punto più importante è vale la pena di analizzarlo più approfonditamente.

Che cosa accadrebbe in gara su strada?

Per capire come allenarsi indoor occorre partire quindi da quello che succede in una gara su strada. L’alternanza di salite, tratti in piano, tirate in gruppo e scatti crea una grande varietà di variazioni di forza e cadenza di pedalata.

allenarsi indoor: quadranti pedal stroke

allenarsi indoor: quadranti pedal stroke

allenarsi indoor: lunghezza tempo

 

Analizzando i grafici registrati con un misuratore di potenza durante una prestazione agonistica possiamo infatti identificare 4 aree:

bassa frequenza e bassa potenza (quadrante in basso a sx), bassa frequenza ed alta potenza (quadrante in basso a dx), alta frequenza e bassa potenza (quadrante in alto a sx), alta frequenza e alta potenza (quadrante in alto a dx).

Ciò significa che l’allenamento indoor dovrebbe essere organizzato in maniera simile a quello che sarà l’impegno su strada per ottenere i miglioramenti desiderati.

Se quindi conosciamo le nostre potenze al fondo lungo, al medio ed alla soglia possiamo esercitarle a cadenze di pedalata diverse per ottenere dei significativi miglioramenti della performance.

I vantaggi

Il vantaggio di queste variazioni di cadenza/potenza può quindi essere così riassunto:

Ciclista su pista

Chi ha provato ad allenarsi così riferisce di sentire la gamba più “piena” è pronta ai cambi di intensità.

Ma questa metodica va bene sempre e comunque?

A questo è il momento di fare qualche precisazione in base alla fase della preparazione ed al tipo di gara che si vuole affrontare.

Dividiamo per semplicità l’allenamento off-season in tre fasi: costruzione, sviluppo e rifinitura.

Ciò che le differenzia è la quantità di tempo spesa nella zona del fondo lungo, medio e soglia.

Le fasi di maggiore intensità crescono infatti di fase in fase con l’avvicinarsi delle gare.

Resta comunque, in ogni allenamento di ogni periodo,  un mix di stimoli di cadenza/potenza estremamente diversificato.

Quando però si entra nella preparazione specifica di un evento, bisognerà fare riferimento al tipo di sforzo che si dovrà affrontare. Se ad esempio, si dovrà fare una cronoscalata le esercitazioni dovranno includere più stimoli ad alta potenza e bassa cadenza, diciamo tra le 60 e le 90 rpm.

Se invece l’obiettivo sarà una crono in pianura od un triathlon sprint od olimpico, ci si dovrà focalizzare su alta cadenza/alta potenza.

 

In sintesi, allenarsi indoor con un programma qualità può fornire stimoli altamente allenanti a patto di conoscere bene i propri dati e di utilizzarli costruendo sedute ad hoc.

Stryd: allenare la potenza nella corsa

Stryd? La potenza della corsa

Se nel ciclismo sono passati più di 20 anni dalla comparsa del primo misuratore di potenza, nella corsa, la nascita di uno strumento analogo risale a pochi mesi fa: Stryd.

Ma noi, curiosi come al solito ed alla costante ricerca di tecnologie che possano aiutare gli sportivi ad andare più forte, ce lo siamo subito procurato e ci siamo messi all’opera per testarlo.

Prima di parlare della prova, spendiamo qualche minuto a spiegare perché, dopo aver misurato la velocità e la frequenza cardiaca (ancora ignota alla maggioranza dei runner) dovremmo complicarci ancora la vita aggiungendo un altro dato da tenere sotto controllo.

Se corriamo per rilassarci e stare in compagnia o per non prendere qualche chilo, va benissimo affidarsi alle proprie sensazioni e divertirsi; se invece la nostra motivazione a migliorare il nostro PB sui 10k o nella maratona o in quel Trail che abbiamo fatto già due volte è alta, beh allora potremmo considerare la possibilità di impostare l’allenamento sulla potenza.

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Perché misurare la potenza

Abbiamo detto che la velocità (min/km) e FC sono già due parametri importanti ma non sufficienti a caratterizzare una prestazione: la velocità è un dato affidabile e significativo solo quando si corre in pista o su strade lisce e perfettamente pianeggianti; bastano infatti pochi gradi di pendenza per far scendere significativamente la velocità, o nel caso in cui la volessimo mantenere costante, per vedere la frequenza cardiaca salire decisamente. Inoltre la FC, che potrebbe essere un dato significativo per quantificare l’impegno organico, può variare di giorno in giorno in funzione del recupero, delle ore di sonno, della temperatura. Ricordiamo infine che l’aumento di FC avviene con una certa latenza rispetto alla variazione di velocità e pendenza e ciò rende difficile basarsi su di essa per modulare l’intensità del carico.

Come si misura

Con Stryd, una delle più interessanti novità per chi pratica la corsa nelle sue varie declinazioni: si tratta di un sensore simile a quelli che rilevano la frequenza cardiaca e che si indossano con una fascia al torace. Però, oltre a rilevare il battito, misura anche le accelerazioni sui tre assi e, grazie a un sensore barometrico, le variazioni di quota. I dati vengono quindi elaborati e trasformati in un valore unico che è la potenza espressa dall’atleta durante la corsa. Il dato è particolarmente utile quando si corre su percorsi collinari o su sentiero, in questi casi la pendenza impedisce di contare sulla velocità di riferimento e quindi il runner deve fare affidamento solo sulle proprie sensazioni o sulla frequenza cardiaca che però, come già detto, è influenzata da molteplici fattori. La possibilità di misurare in maniera oggettiva lo sforzo fisico è quindi quanto mai interessante e apre nuove prospettive per l’allenamento e il monitoraggio della performance.

Come si usa

L’utilizzo di Stryd è molto semplice, il vincolo maggiore è rappresentato dalla necessità di essere in possesso di un cardio GPS di fascia alta di Garmin (Fenix 2 e 3, 910 e 920 XT e 310 XT), Suunto (Suunto Ambit2, Ambit2S, Ambit3S, Ambit3 Peak, Ambit3 Run, Ambit3 Vertical) e Polar V800. Una volta indossata la fascia al torace, si procederà all’accoppiamento del sensore Bluetooth all’orologio secondo le modalità riportate nei video tutorial del sito. L’operazione è molto semplice, un attimo di attenzione in più è invece richiesto per il settaggio delle pagine dati sui dispositivi da polso. Sulla piattaforma Movescount l’intervento è un po’ più facile rispetto a quanto non lo sia con Garmin, ma anche in questo secondo caso non crea problemi. È disponibile anche l’app dedicata che risulta indispensabile per gestire i test o gli allenamenti sul tapis roulant. In questi casi infatti il sensore barometrico non registra variazioni di altitudine e il GPS dell’orologio non misura spostamento e quindi velocità, mentre l’accelerometro continua a funzionare; ecco quindi che per poter visualizzare la potenza si devono imputare manualmente velocità e pendenza. Durante la corsa all’aperto è tutto molto facile, basta dare un’occhiata al display dell’orologio dove è visibile la potenza espressa per capire a che intensità si sta correndo.

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Dal laboratorio alla strada (o al trail)

Per poter utilizzare i dati di Stryd al meglio è necessario conoscere i propri valori e cioè la propria potenza alle varie intensità (lungo, medio, soglia). Per ottenere questi dati ci sono due strade: la prima è rappresentata dal passaggio in un centro di valutazione funzionale dove si può fare un test di soglia sul tapis roulant che ci dirà le potenze di riferimento per gli allenamenti e le relative frequenze cardiache, la seconda è rappresentata dall’alternativa da campo basata su una prova costituita da 800 metri corsi a ritmo facile e seguiti da una ripetizione di 1.200 metri massimale e da una ripetizione di 2.400 metri sempre massimale in piano (idealmente in pista) con 30’ di recupero dopo ogni prova. Si calcola così la cosiddetta FTP (functional threshold power) o test di potenza funzionale di soglia con il protocollo che è già codificato nell’app di Stryd e che guida nell’esecuzione passo dopo passo.

Sul campo e sul computer

Una volta calcolati i dati sarà più facile impostare allenamento e gara ma soprattutto si potrà cambiare modo di gestire la prestazione: sappiamo infatti dal ciclismo che fare riferimento sulla potenza permette di dosare lo sforzo in maniera migliore di quanto non sia possibile con la frequenza cardiaca. Se infatti ci basiamo sui watt e sappiamo che la potenza di soglia è, supponiamo, di 250 watt, regoleremo l’andatura in base alla pendenza e lasceremo che la frequenza cardiaca si adatti con gradualità allo sforzo. Ovviamente si dovranno fare ulteriori considerazioni in base alla lunghezza della gara o in funzione delle finalità dell’allenamento. Ma oltre ai casi specifici, ciò che sembra evidente è la possibilità di poter visualizzare un parametro fisico obiettivo che, aldilà delle sensazioni soggettive, quantifica esattamente la performance. I watt espressi devono comunque essere messi in relazione con la frequenza cardiaca e con le sensazioni personali e in questo modo serviranno a capire se l’allenamento sta progredendo nella giusta direzione e se il lavoro giornaliero è adeguato. A fine allenamento i dati del cardio-gps vengono scaricati sulle rispettive piattaforme sw, Movescount o Garmin Connect e da queste trasferiti direttamente su Stryd Powercenter dove sarà possibile analizzare la prestazione nei dettagli.

Correre meglio

Ma non è tutto, Stryd può essere anche un supporto a migliorare l’efficienza e quindi l’economia della corsa. Come? Semplice, percorrendo un tratto di strada perfettamente pianeggiante, a velocità costante, si cercherà di abbassare quanto più possibile il valore di potenza registrato riducendo lo spostamento verticale del baricentro corporeo e aumentando la frequenza dei passi. Questo tipo di esercizio può anche essere svolto con ottimi risultati sul treadmill dove la gestione della velocità e della pendenza sono effettuate dall’attrezzo lasciando il podista libero di concentrarsi sulla tecnica di corsa. L’unico vincolo è rappresentato in questo caso dalla necessità di disporre di uno smartphone su cui si sia scaricata l’app di Stryd (iOs, Android).

Conclusioni

Stryd sembra il classico uovo di Colombo, o meglio un’applicazione intelligente e pratica di una tecnologia sempre più disponibile e anche economica. Gli accelerometri triassiali sono infatti relativamente a buon mercato e quindi pronti per essere accessibili ai più: Stryd è riuscito a rendere utile e immediato il loro impiego sia per l’allenamento che per la gara. Con l’utilizzo di questo strumento sarà quindi più facile pianificare allenamenti, confrontare i dati, migliorare il proprio stile di corsa e gestire al meglio la gara.

 

 

 

HIIT, l’allenamento ad alta intensità

La popolarità dei programmi HIIT (High Intensity Interval Training) è in costante crescita, vogliamo affrontare anche noi l’argomento per fare chiarezza e portare a galla quelli che sono benefici e punti critici di questa tipologia di allenamento.

Novità del momento, se ne è parlato in Technogym per evidenziare meglio benefici e rischi

Questa tipologia di allenamento prevede l’esecuzione di uno o più esercizi eseguiti ad alta intensità intervallati da dei periodi di recupero di varia durata.

Per far luce su questa nuova metodica valutandone pro e contro, Technogym ha organizzato lo scorso 2 luglio un convegno a cui hanno partecipato i seguenti relatori sotto la direzione scientifica del prof. Silvano Zanuso Responsabile Scientifico Technogym – e visiting professor pressol’ Universita’ di Greenwich): Antonio Paoli (Professore Associato di Fisiologia, Padova , Adam Lewis (Ricercatore – Solent University), Andrea Biscarini (Professore associato di Biomeccanica, Universita’ di Perugia).

Proprio al Prof. Zanuso abbiamo rivolto alcune domande sul tema.

Come possiamo definire un programma HIT?

Un programma di HIIT può essere costituito sia da esercizi aerobici, come ad esempio pedalare o correre, che da esercizi di forza che di fatto, per loro natura, richiedono l’alternanza di periodi di lavoro e di recupero. È chiaro, però, che gli esercizi aerobici e di forza possono essere combinati tra loro per creare una moltitudine di schemi di allenamento diversi tra loro.

Nei programmi di HIIT, i lavori ad alta intensità possono durare da pochi secondi (per i lavori di forza) fino a vari minuti (per i lavori aerobici) ed essere eseguiti, nel caso degli esercizi aerobici, con percentuali comprese tra l’80% e il 95% della frequanza cardiaca massima. Per gli esercizi di forza invece il carico può essere vicino al massimale (1RM)  o ad una percentuale inferiore di questo valore; in questo caso è necessario aumentare il numero di ripetizioni (agendo quindi sul volume dell’attività), con l’obiettivo di raggiungere valori vicini al limite del numero di ripetizioni eseguibili.

L’allenamento, quindi, consiste nell’alternare periodi di lavoro a periodi di recupero, per una durata totale compresa tra i 20 e i 60 minuti.

Un’altra modalità di eseguire un allenamento ad alta intensità è quella di sostituire la fase di recupero con un altro esercizio, creando quindi una sessione di allenamento estremamente intenso, con una durata molto inferiore agli allenamenti tradizionali. In questo caso l’acronimo HIIT perderebbe una I, quella relativa all’intervallo, e diventerebbe quindi un High Intensity Training (HIT).hiit girl

Ma perché i programmi di HIIT o HIT sono così apprezzati?

Le ragioni sono principalmente tre: In primo luogo, essi hanno una durata generalmente inferiore rispetto agli allenamenti tradizionali.

Inoltre, consentono di bruciare più calorie nell’unità di tempo rispetto agli allenamenti tradizionali, sia durante l’allenamento stesso che dopo la fine dell’attività. Il consumo di esercizio post allenamento è definito dall’acronimo “EPOC”. Tipicamente, nelle due ore che seguono la seduta di allenamento l’organismo deve andare incontro ad una fase di recupero, ripristinando lo stato del pre-allenamento: per fare questo consuma dell’energia, rappresentata appunto dall’EPOC.

Infine, il lavoro di gruppo ed il costante passaggio tra lavori aerobici e di forza sono spesso percepiti come più stimolanti e divertenti.

Questi programmi ad alta intensità presentano dei rischi?

Allenamenti molto intensi portano con sé seri rischi sia di tipo cardiovascolare, sia di tipo osteo-articolare. L’HIIT è quindi una metodica da prendere con le pinze in soggetti con ipertensione e pregressi episodi di ischemia coronarica. Per quanto riguarda l’aspetto muscolo-scheletrico, invece, l’elevato numero di ripetizioni e l’alta velocità di esecuzione possono determinare l’insorgenza di problemi articolari e muscolo-tendinei.

Non bisogna sottovalutare, poi, che queste metodiche a volte propongono l’esecuzione di un alto numero di ripetizioni di esercizi che prevedono buone capacità tecniche (es. Squat, Stacchi da Terra). Ne deriva che, a causa della grande l’abilità esecutiva richiesta, questa metodica dovrebbe essere riservata a soggetti con buone capacità coordinative e di controllo motorio.

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In sintesi.

Non è una metodica totalmente nuova. Va compresa nell’essenza, che è quella di dare stimoli ad una percentuale di intensità metabolica elevata, rispettando sempre le capacità del soggetto per adattare gli esercizi nella tecnica e nella quantità alla fisiopatologia individuale. In sintesi, quindi, si richiede all’allenatore una grande attenzione nel creare il programma di allenamento più sicuro ed efficace per ogni soggetto.

 

Bibliografia