Italbasket, incontriamo Cuzzolin, il prepatore atletico

Chiacchierata a tutto campo con Cuzzolin, il preparatore atletico della italbasket: NBA, Rio, alimentazione e il rapporto con Vitalia.

Italbasket a Torino per il torneo di qualificazione olimpica FIBA 2016. Obiettivo? Conquistarsi sul palquette del Palaolimpico (tuttoesaurito) il biglietto per le olimpiadi di Rio2016. Abbiamo quindi incontrato Cuzzolin, il preparatore atletico della squadra per fare il punto della situazione.

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Il PalaOlimpico di Torino è tutto esaurito nelle date dell’Italia: come reagiscono i ragazzi dell’italbasket ad un sostegno del genere da parte dei tifosi?

Sentiamo l’appoggio della Nazione dal momento in cui indossiamo l’azzurro. Abbiamo giocatori con esperienza e la fortuna di giocare in Italia un PreOlimpico meritato, ce la giocheremo. Spero in un grande tifo e gioia.

Vestire la canotta azzurra dell’italbasket porta motivazioni aggiuntive?

È la spinta più grande che un atleta possa ricevere, a qualsiasi livello. Ti fa sentire realizzato e responsabilizzato al tempo stesso. Basti pensare agli atleti diversamente abili: è eroico ciò che riescono a fare per gareggiare con la maglia azzurra.

In che modo si lavora sulla testa di chi proviene da una stagione deludente? E su chi arriva con la cosiddetta pancia piena?

Un atleta che ha fatto una buona stagione non ha la pancia piena, anzi deve dimostrare in ogni momento. La motivazione non sta nella singola partita, bensì si trova nel quotidiano e nella mentalità dell’atleta.

Veniamo a lei: ha lavorato per società e Nazionali, italiane e straniere. Come varia la preparazione atletica da una società ad una Nazionale, dall’Italia all’estero?

La collocazione geografica non cambia i programmi, tuttavia ci sono delle differenze tra la tipologia europea e quella americana. Ad ogni modo, ogni stagione ha una storia a sé: cambi programma in base alla squadra che devi preparare, in base ai suoi equilibri ed alle idee di gioco.

Ha avuto anche esperienze nella pallacanestro femminile. I programmi di lavoro differiscono in qualche maniera rispetto a quelli proposti ai ragazzi?

Non ci sono dubbi che, nelle donne, siano diverse la struttura fisica, quella articolare e quella muscolare, tuttavia ci sono molte similitudini: tantissimo lavoro si può fare sia con femmine, sia con maschi. Naturalmente si fanno degli aggiustamenti necessari alla struttura e alla tipologia di atleta.

Ha collaborato con D’Antoni, Obradovic, Blatt ed il nostro Ettore Messina. Possono esserci divergenze tra allenatore e preparatore atletico?

La presenza di divergenze non è un fattore negativo. Se si è perfettamente allineati, non c’è scambio di idee e il lavoro risulta poco producente. Quando mi confronto con i miei collaboratori, se qualcuno ha qualcosa da dire, deve dirlo e argomentarlo. I nomi citati hanno culture diverse.

DESCRIZIONE: Folgaria ritiro nazionale italiana maschile - Allenamento GIOCATORE: Francesco Cuzzolin CATEGORIA: Nazionale Maschile Senior GARA: Folgaria Ritiro Nazionale Italiana Maschile - Allenamento DATA: 25/07/2015 AUTORE: Agenzia Ciamillo-Castoria

Concentrandoci su Ettore, l’attuale coach della Nazionale: di nuovo insieme, dopo aver lavorato insieme a Bologna, Treviso e Mosca. Quanto aiuta collaborare con una figura con la quale ha già avuto esperienza?

Aiuta tantissimo, perché l’approccio è tra due persone che si stimano, ma ciò non significa che puoi rilassarti. Quando lavori con un coach come Ettore Messina devi andare in ogni momento alla massima velocità, perché l’intesa si costruisce sul lavoro quotidiano.

Un rapporto come quello con Massimo Massarini e Vitalia rappresenta un punto di riferimento?

La capacità di rinnovamento parte dal fatto che sono una persona curiosa; informarsi e aggiornarsi è alla base del mio lavoro. Inoltre, ho la possibilità di confrontarmi con professionisti come il dottor Massarini, con cui ho un rapporto di grande stima reciproca. L’eccellenza si cerca, quando hai la possibilità di confrontarti con persone come lui. Le metodiche di prevenzione, di recupero e di allenamento che adotto in squadra sono frutto del lavoro di razionalizzazione fatto con Massimo, con Fabrizio (Borra) e con Alberto Andorlini (Palermo). Siamo partiti dal concetto che bisogna lavorare sui movimenti e non sulla singola articolazione e su questo abbiamo costruito schemi di allenamento che sono applicabili sia all’atleta che alla persona comune.
E quindi nella riabilitazione cerchiamo di ricostruire i movimenti che sono stati alterati dal trauma. Partiamo dai movimenti più semplici e piano piano aumentiamo il livello di complessità degli esercizi fino a riacquisire gli schemi motori di livello più alto. Lo stesso si può fare con chi non è un atleta ed è quello che si fa da Vitalia.

Il processo di allenamento risente anche del fattore alimentazione?

Sì, è importante perché rappresenta la qualità del carburante, dunque bisogna assicurarsi che sia il migliore possibile. Non è sempre facile cambiando cuochi, alberghi e qualità del cibo, quindi diventa essenziale sensibilizzare gli atleti a nutrirsi correttamente anche a casa. È un impegno che non dà risultati su 1-2 giorni.

In NBA le franchigie lasciano gli atleti gestirsi come meglio credono?

È una leggenda, le società sono attente a questo aspetto. La franchigia mette a disposizione i cibi, ma non può controllarti tutto l’anno. Il problema sorge in quei giocatori che sono cresciuti con una cultura diversa, per questo bisogna dare esempi forti e chiari.

Allora in bocca al lupo a tutto il tema dell’Italbasket che martedì incontrerà a Torino la Croazia! Forza azzurri!